lunedì 10 settembre 2018

Operazione sottoveste (Operation Petticoat) di Blake Edwards (1959), possono un sommergibile rosa e la sua comicità non invecchiare?



Scritto da: Ataru Moroboshi


Non ho mai avuto pregiudizi verso i film "vecchi" (concetto estremamente relativo, che definisco come "prima degli anni '80"), perché ritengo che i messaggi presenti in qualunque opera d'arte e, nello specifico, pellicola, sia essa analogica o digitale, se ben pensati/confezionati e rivolti all'immutabile animo umano, oltre al botteghino, non invecchino affatto.
In fondo giriamo con un computer in tasca e siamo collegati a tutto il pianeta via internet, istante per istante, ma la nostra società non ha fatto alcun balzo paragonabile a quelli tecnologici.

Premesso ciò, mi sono avvicinato con molta curiosità a questa commedia di fine anni '50, interpretata dai fantastici Cary Grant e Tony Curtis e diretta da Blake Edwards, poco prima del suo capolavoro Colazione da Tiffany; sarà riuscita a vincere gli effetti del tempo e a rimanere come opera eterna?

Di certo mi ha regalato alcune frasi e massime memorabili, che riporto a fine articolo.

Immagine presa da Amazon, qui.


lunedì 27 agosto 2018

Tempio della Pace e della Tranquillità o Jing’an temple - Shanghai, Cina


Scritto da: Ataru Moroboshi


Shanghai non possiede molti luoghi di culto, in rapporto alla superficie occupata e alla popolazione,  troppo lanciata verso il futuro e la crescita economica perché i suoi abitanti si concentrino su antichi culti, o perché l'amministrazione si dedichi pienamente al turismo. Per queste cose ci sono città appositamente dedicate come Datong e Pingyao.

Nel pieno centro della caotica e sempre attiva Shanghai, esiste però un luogo in cui è possibile non prendersi a sgomitate con gli autoctoni, non sentire urla e sputi per un po' di tempo, ritemprando mente e spirito. E', guarda-caso, il tempio della pace e della tranquillità e merita almeno una fugace visita, non solo per rilassarsi.


Immagine presa da qui.


martedì 31 luglio 2018

Centri commerciali dagli USA al Giappone - Inizio e fine.

Scritto da: Ataru Moroboshi


Quando ero piccolo non esistevano i centri commerciali (per comodità li abbrevierò con c.c.) o almeno essi erano presenti solo in grandi metropoli quali Milano, Roma, Torino, dunque una eccezione nella realtà italiana. Per me erano soltanto un luogo mostrato in film e telefilm americani.

Poi cominciarono ad apparire nella mia piccola città (ora sono 4!) e con essi, cominciarono a scomparire tante piccole botteghe (per non parlare dei negozi di modellismo, post precedente) che non potevano competere ad armi pari coi prezzi della grande distribuzione. Mi riferisco a fruttivendoli, macellai e anche supermercati, divenuti di colpo troppo piccoli e poco forniti … come cambiano le percezioni!

Oggi è in atto il fenomeno inverso; complice la vita frenetica, la carenza di tempo e il costante aumento del traffico cittadino, sono tornate le botteghe di quartiere per gli alimentari, mentre per tutto il resto ci sono Amazon e Ebay! Puoi estendere finché vuoi l'orario di un negozio fisico, ma non potrai mai competere, soprattutto per gli acquisti dettati da passioni, con le ricerche notturne sui mostri online.

Tornando ai c.c., ho sempre detestato questa eredità architettonica del ventesimo secolo, ma è indubbio che abbiano caratterizzato parte dell'immaginario collettivo per circa un secolo, perciò vediamo quali sono stati i più incredibili vistati in giro per il mondo, per ripararsi dalla calura, o per acquistare souvenir.


Immagine presa da qui.