martedì 29 luglio 2014

Casa passiva, utente attivo! Possibilità odierne della passivhaus.

Scritto da: Ataru Moroboshi

Negli ultimi 6-8 anni si è cominciato a discutere moltissimo di case a risparmio enrgetico, spostando via via la soglia del concetto fino ad arrivare a case definite passive, in cui i consumi di risorse sono quasi trascurabili, o addirittura attive, ovvero che producono più energia di quella che consumano!


 

Non si tratta solo di esercizi teorici od eccellenze sparse nel nord Europa, un edificio di questo tipo esiste proprio dalle mie parti, una scuola media costruita e donata dalla Wolf Haus, leader nel settore dei prefabbricati in legno, per alleviare le problematiche post terremoto della popolazione emiliana, oltre che per farsi una gran bella pubblicità!

Progetto realizzato in Emilia, a Sant'Agostino, dopo il terremoto.


In un momento di crisi economica globale e con un allarme risorse fossili chiaro e condiviso già dagli anni 70, appare logico che uno stato (soprattutto se povero in petrolio, carbone, metano...come il nostro!) debba puntare, non solo nell'edilizia pubblica, ove è OVVIO, ma anche in quella privata, nella costruzione di strutture non energivore. Esiste anche una normativa europea che imporrà dal 2020 la costruzione esclusiva di edifici passivi. Ora, tralasciamo per un attimo che la nostra classificazione degli edifici differisca da quella europea (siamo più permissivi, inconsueto vero!), concentriamoci sulle tecnologie che ci permettono di svincolarci dall'acquisto centralizzato di energia chimica ed elettrica.

Per produrre energia elettrica da una fonte inesauribile, esistono i pannelli fotovoltaici, in silicio mono o policristallino, a film sottile o in i materiali semiconduttori di origine minerale alternativi al silicio o ancora a celle organiche! Gli ultimi sono in studio, mentre i primi sono diffusi e variano, anche parecchio, in efficienza energetica e costi. A prescinder da ciò, tutti condividono il problema di dipendere da una fonte discontinua, sia nel ritmo giorno-notte, sia per intensità stagionale, mentre la richiesta di energia può essere continua o interessare proprio le ore di minore o nulla esposizione solare. Per questo l'aiuto dei pannelli nei contronti dell'autoconsumo energetico di una moderna abitazione è stimato al massimo attorno al 35%, con conseguente necessità di attingere dall'elettricità prodotta da grandi e perlopiù classiche centrali elettriche. In aiuto giungono le batterie in cui accumulare l'energia prodotta durante il giorno, che porterebbero l'autoconsumo attono all'80-90%. Il problema sono i costi legati alle efficienti batterie al litio, destinati a scendere, che rendono questi impianti ancora poco convenienti, o che inducono ad appoggiarsi a batterie tecnologicamente superate.

Per produrre acqua calda sanitaria (ACS) esistono i semplici pannelli solari, insufficienti al fabbisogno invernale, quando l'esposizione solare è minore, oppure evoluzioni dei classici boyler elettrici, che richiedono però sempre una autoproduzione elevata di energia elettrica. Ora, ci sono poche cose meno efficienti di trasformare preziosa e nobile energia elettrica i banale calore, la forma più bassa di energia, perciò questa tecnologia non incontra il mio favore.
Immagine presa qui

Per il riscaldamento invernale esistono le ormai classiche caldaie a condensazione, con recupero di energia, e le più innovative e costose pompe di calore (PDC): di queste ne esistono moltissimi tipi (geo- o idrotermiche, ad aria), che permettono non solo di riscaldare (e raffreddare in estate!) l'acqua contenuta nell'impianto di riscaldamento, in genere a pavimento in tali soluzioni, ma anche di produrre ACS, il tutto tramite l'impiego di energia elettrica. 
Grazie alla PDC ci si può svincolare completamente dalla presenza di gas per riscaldare casa e cucinare, passando a forni elettrici e piastre ad induzione. In passati lavori estivi ho costruito impianti casalinghi del gas e pensare che tutto ciò non esisterà più mi sembra un sogno: svincolarsi dall'uso di un (pericoloso) combustibile, mi sembra un lusso! E purtroppo lo è, perchè a conti fatti l'energia elettrica costa di più. Tutto sommato è però un problema minore, perchè l'autoproduzione è destinata ad aumentare e di molto.

Immagine presa da questo sito

Per il ricambio d'aria, per renderlo efficace e costante sia di giorno, quando si è generalmente a lavorare, sia di notte, sia d'estate, sia d'inverno quando si tende ad areare meno i locali per non disperdere il calore prodotto o pagato, oggi esistono sitemi di ventilazione meccanica controllata (VMC), ovvero sistemi centralizzati (più raramente decentralizzati) basati su semplici tubi, ventole e filtri, che prelevano dagli ambienti più umidi, quali cucina e bagni, l'aria esausta incanalandola verso l'esterno dell'abitazione, recuperandone fino al 90% del calore e cedendolo all'aria in ingresso, meno umida e filtrata. Il ricambio che si ottiene è impensabile semplicemente aprendo le finestre. Questo sistema non recupera tutto il calore che avete speso per rendere confortevole la vostra casa e le ventole, per funzionare, richiedono energia elettrica, quindi è un sistema leggermente energivoro. Nonostante ciò il vantaggio di avere sempre aria pulita e col giusto grado di umidità, che limita il formarsi delle muffe, supera ogni svantagglio. L'aria è il "cibo" di cui ci nutriamo di più e in genere anche quello di cui ci curiamo di meno. La tendenza ad installare VMC nelle abitazioni più moderne è forse uno dei progressi abitativi maggiori, oltre che una necessità.

Immagine presa da questo sito


Perchè una necessità? 
Perchè le case moderne (dalla classe B alla A+ o passiva), ottimamente coibentate ed isolate dall'esterno a livello del terreno, del tetto, delle murature perimetrali e persino degli infissi (tallone di Achille delle vecchie abitazioni), necessitano di ricambio d'aria, sia per la qualità della vita di chi la abita, in termini di riduzione della CO2 e dell'umidità, sia per evitare che si sviluppino le già citate muffe.
Poco senso avrebbe ottimizzare l'energetica della casa, riducendo al massimo il calore in uscita in inverno, in entrata in estate, cercando di sprecare meno elettricità possibile nel mantenimento di temperature confortevoli con macchinari a volte complessi e costosi, per poi gettar via tutto aprendo le finestre!
Perciò rappresenta il compromesso migliore per respirare bene tutto l'anno, anche quando non sarebbe termicamente vantaggioso aprire le finestre!


Bene, queste sono le possibilità teoriche; nel prossimo post esaminerò qual'è la realtà che si trova di fronte un compratore che viva in Italia, ma non a Bolzano!

1 commento:

  1. Ho come un'impressione strana, tipo che dopo l'entusiasmo iniziale, il prossimo post ci farà piangere...

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