giovedì 5 febbraio 2015

World War Z di Max Brooks

Articolo di Fedmahn Kassad

Sono da sempre un grande appassionato di cinema e soprattutto di letteratura apocalittica o post-apocalittica, ivi comprese ovviamente, le apocalissi zombi.

Magari questa mia passione sarà stata influenzata dal fatto di essere cresciuto durante il periodo della Guerra Fredda (la sua parte finale) con l'incubo costante della guerra atomica e di tutto ciò che tale eventualità potrebbe aver comportato a livello inconscio, oppure di aver visionato in età pre-puberale e con grande godimento aggiungerei, serie televisive come I Sopravvissuti (trasmessa dal 1975 al 1977 ove si narrava dell'odissea di sopravvissuti ad una pandemia virale che stermina buona parte dell'umanità) o film come Zombi (1978) di George Romero e Dario Argento.
Tant'è, quale che sia la causa di questa passione per le Apocalissi, non mi sono mai perso una pellicola o una seria televisiva a base di zombi (meravigliosa la serie The Walking Dead, giusto per fare un nome) ma è la prima volta che leggo un libro che tratta di questa particolare categoria apocalittica, World War Z - La Guerra Mondiale Degli Zombi di Max Brooks (2006).

Premetto che il mio approccio verso questo libro non è stato facile per via dei pregiudizi che nutrivo nei confronti dell'autore, che altri non è se non il figlio del famoso regista Mel Brooks autore tra gli altri di film imprescindibili come Frankenstein Junior, Mezzogiorno e Mezzo di Fuoco, Balle Spaziali, ecc.e dell'attrice Anne Bancroft (la Mrs Robinson del Laureato), quindi pensavo che Brooks figlio, ricalcando lo stile del papà, avesse scritto una sorta di parodia del genere zombi.
Niente di più sbagliato, ero completamente fuori rotta, altro che parodia, una volta iniziato il libro non sono più riuscito a staccarmene e l'ho zombescamente divorato in tre o quattro giorni.
World War Z è l'avvincente resoconto di una guerra mondiale fondata sull'assunto esposto plausibilmente ed in via del tutto teorica anche possibile, che un ignoto virus, trasmettendosi attraverso il morso, possa provocare la rianimazione dei morti trasformandoli  in animali assetati del sangue di qualsiasi creatura vivente.
Il libro è strutturato (idea che ho trovato decisamente originale) come una sorta di reportage con le interviste fatte dal cronista/io narrante che raccoglie in tutto il mondo le testimonianze di alcuni reduci della guerra mondiale contro gli zombi con l'intento originario di produrre un report sulla guerra per le Nazioni Unite.
Quindi ogni capitolo del libro è una mini-intervista che descrive la guerra mondiale contro Zom (nomignolo che identifica il nemico) dall'inizio, con la comparsa dei primi focolai in Cina, alla fine ossia con l'amaro trionfo dell'umanità sull'orlo dell'estinzione, con i punti di vista dei vari reduci che l'autore si sforza di rendere plausibili, variandoli in relazione al luogo di provenienza, alle usanze, alla religione, ecc.
In tal modo Brooks avvolge il lettore in un autentico caleidoscopio di eventi tutti più o meno concatenati tra loro, la battaglia di Yonkers con la sconfitta dell'esercito più potente del mondo, la guerra atomica Iran-Pakistan, la scomparsa della Corea del Nord, la trasformazione di Cuba nel più ricco stato del Pianeta, la storia del sopravvissuto di Hiroshima, la trasformazione della portaerei USS Saratoga in una barca a vela, la riscoperta delle tattiche militari di fanteria in uso nel XVII° - XVIII° sec., giusto per citare alcuni degli episodi che mi sono rimasti più impressi, tutti analizzati e spiegati in maniera credibile e realistica.
Mancano dei veri e propri protagonisti cui affezionarsi, ma in realtà, in questo libro, l'unica protagonista è la Storia in sé, la pura e semplice cronaca degli eventi, per cui lo ritengo una lettura più che consigliabile per qualche ora di divertimento ed inquietudine miscelati in parti uguali.
Per finire un'ultima considerazione, World War Z, pur non essendo ovviamente grande letteratura ma solo ottimo intrattenimento, mi ha ispirato almeno una riflessione non troppo banale, l'estrema fragilità della nostra società iper specializzata e basata ormai più sull'offerta di servizi che sulla produzione di beni e dipendente in toto da tecnologie incomprensibili ai più, dove le persone che sanno "fare" (agricoltori, artigiani, tecnici, ecc.) sono poche ed oltremodo preziose; ebbene, nell'eventualità in cui si verificasse una qualsivoglia catastrofe a livello globale (virus letali, esaurimento delle risorse energetiche, ecc.), riusciremmo a reggere o saremmo spazzati via?






2 commenti:

  1. Ecco, diciamo che il vero punto debole del romanzo sta nell'assoluta mancanza di personaggi a cui affezionarsi, diciamo che nonostante gli sforzi dell'autore ed i suoi tentativi di differenziarli i vari personaggi sono quasi tutti anonimi e totalmente sovrapponibili tra loro.
    Rimane comunque una gran bella lettura ed un piacevole exursus sul tema apocalisse zombie.

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  2. Sottoscrivo, malgrado gli sforzi di Brooks, alla fine è evidente che i personaggi pensano tutti alla stessa maniera, malgrado delle caratterizzazioni molto varie e ben riuscite.

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