venerdì 29 maggio 2015

Bastoni, selfie e pennelli digitali, il presente ed il futuro della fotografia digitale.

Scritto da: Ataru Moroboshi

Non faccio mistero di amare i viaggi, soprattutto in Asia, ne tantomeno di coltivare la passione per la fotografia; questi due amori  riesco con impegno e fortuna a farli "sposare" abbastanza spesso.
Nel mio ultimo viaggio in Giappone (aprile 2015, link1 Hiroshima, link 2), pur non avendo osservato grandi cambiamenti in questo meraviglioso paese, rispetto al 2012 (Tokyo ed Ebisu), ho verificato una netta differenza in uno specifico comportamento, quello dei turisti in campo fotografico.

Ebbene, è ormai quasi terminata l'epoca in cui si chiedeva ad estranei di scattarci una foto in presenza di una qualunque cosa di rilievo, per cedere il posto, come è ben noto a tutti, ai selfie ed alla loro evoluzione, gli autoscatti effettuati tramite bastoni telescopici o selfie stick.

Immagine presa da questo sito (link)
Sono oggetti di una banalità sconcertante, semplici prolunghe del nostro braccio, che permettono di riprendere il volto di chi scatta e di chi gli è accanto, senza che questi occupino almeno un terzo dell'area visibile, con braccio e faccia, come invece avviene nei classici selfie.
Inoltre, allontanando il punto di messa a fuoco riescono a ridurre le deformazioni geometriche create dai minuscoli obiettivi di cellulari e fotocamere compatte, che in genere non aiutano l'impatto estetico di alcun viso. La vanità ... oltre ad essere il peccato preferito dal diavolo in un bel film (link), è la causa della diffusione di questo accessorio, nonchè il motore che spinge a trascinarsi dietro un bastone in assenza di zoppia!
Per alcuni puristi del selfie, questo oggetto sta uccidendo questa tipologia di foto (stesso link dell'immagine) ... fosse vero! Per me è buffo pensare che una cosa tanto banale come il selfie abbia oggi una codifica ed estimatori che ne difendano la "purezza", ma è anche vero che ormai è un linguaggio diffuso.
Bene, accettiamo la realtà per quel che è, non per ciò che dovrebbe essere.... eppure, trovarmi a 12h di aereo da casa mia, in presenza di templi meravigliosi e di paesaggi resi incredibili dai ciliegi in piena fioritura e nel contempo osservare che la maggior parte delle persone si occupava più di come veniva il proprio viso, sempre con quel sorriso fottutamente uguale in tutte le foto della giornata, anzichè di ciò che vie era dietro di loro, mi urtava tremendamente. Come puoi comporre un'immagine se non vedi esattamente cosa riprendi? Come puoi cogliere la giusta esposizione per non parlare dei dettagli?
Almeno due terzi degli stranieri che incrociavo, erano muniti di selfie stick, ma è solo la punta dell'iceberg, perchè il bastone rendeva solamente più visibile la pratica del selfie e mi ha aperto gli occhi su quanti scattino foto solo per vedere se stessi ed affermare "io c'ero".

Questo si che è un selfie! Presa da qui.


Bene, questa è la massificazione della fotografia, che se da un lato abbassa tremendamente la qualità media, dall'altro consente oggi la diffusione di strumenti professionali anche a prezzi consumer, permettendo così di crescere in questa passione/arte a chi ci si voglia dedicare, studiandola, conoscendone le regole ed imparando a rispettarle, o trasgredirle, a seconda delle situazioni ed opportunità.
Per questi soggetti, cosa è oggi la fotografia?
Una nicchia sempre più piccola, sempre meno capace di permettere un sostentamento ed in cui le competenze contan sempre meno e conseguentemente si perdono. La fotografia sembra oggi seguire il medesimo destino della pittura nel secolo scorso.
Eppure proprio da quest'ultimo mezzo di espressione, sembra arrivare il futuro più prospero per la fotografia artistica.

Connaturata alla nascita della fotografia digitale vi è sempre stata la possibilità di modificare i dati immagazzinati con lo scatto. Inizialmente le azioni erano limitate alle dimensioni dell'immagine, contrasto, luminosità, sovra/sottoesposizione di specifiche aree del fotogramma, ovvero tutte cose che esistevano anche in camera oscura, nel classico sviluppo e stampa di una pellicola. Da qui a poter modificare pesantemente e rapidamente ogni singola immagine, il passo è stato davvero breve. 
Oggi con la post-produzione di un file è letteralmente possibile dipingere una immagine di base, che diviene semplicemente lo schizzo da cui partire.

Il dibattito sulla fotopittura è di attualità da diversi anni (link), ma mentre sui selfie personalmente mantengo un atteggiamento da "vecchio", considerandoli solamente come un linguaggio limitante (e augurandone l'improbabile scomparsa), sulla possibilità di dipingere le fotografie ho un approccio fiducioso, da amante del vero progresso.

Eccone alcuni esempi qui
altri che ritengo brillanti, tratti dal bel blog di link)



ed infine i tutorial, che letteralmente fioccano (esempio).

Per alcuni puristi è una "eresia", perchè la fotografia non è più tale e perchè non si acquisiscono nemmeno le capacità manuali del pittore, o la sua esperienza nel crearsi i colori.

Per me è tutt'altro, è una convergenza evolutiva!

E' il modo in cui due forme meravigliose d'arte, soggette alle medesime regole di composizione ed utilizzo della luce, ma flagellate da due opposti fenomeni (una sempre più alla portata delle masse, l'altra sempre più di nicchia), hanno trovato il modo di sopravvivere, convergendo in una sola forma che ne è la perfetta fusione.

Buone foto e se possibile,
non banali!

1 commento:

  1. Articolo interessante, tema sul quale mi soffermo spesso a pensare.
    Parlare di "purismo" ai giorni nostri è quantomeno anacronistico, in un mondo che si è fatto multi-qualunquecosa per definizione, e non si torna indietro di certo.
    E' anzi dalla sinergia di forme espressive differenti, che si può sperare di trovare originalità capace, magari, di generare nuovi "contenuti".
    Per pura coincidenza sto lavorando a un post su Mariska Karto. Conosci?
    Magari pubblico entro sera.
    (Interessante anche quando parli di coloro che scattano foto solo per vedere se stessi e affermare "io c'ero".)
    Grazie per aver fatto fruttare qui le mie esplorazioni tra le "arti ibride" :-)
    Buona giornata

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