lunedì 5 ottobre 2015

Mendicanti in Spagna di Nancy Kress (e un pizzico di Echea di Kristine Kathryn Rusch)

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Articolo di: AleK

Mendicanti in Spagna è un celebre e pluripremiato romanzo breve di Nancy Kress espanso in seguito in un romanzo lungo con lo stesso titolo (in realtà, in Italia il titolo cambia in Mendicanti di Spagna) che darà origine ad una trilogia.
In questo articolo parlerò solo del romanzo breve originale e non dell'espanso o dei seguiti.

Dunque, se fossi un provocatore, ripensando a tutte le caratteristiche associate a questo libro (novella famosissima, vincitrice dei principali premi di genere, osannata dagli esperti) direi che ha praticamente tutte le caratteristiche necessarie per essere una porcheria...
Ma per fortuna non sono un provocatore (^^) e non commetterò l'errore, Mendicanti in Spagna, a differenza di altri titoli (ops ^^) ha meritato davvero la fama che possiede ed è uno dei pochi titoli che consiglio senza riserve.

Naturalmente, se vi interessano solo l'azione o il puro sense of wonder, lasciate perdere, per voi ci sono tanti altri orribili libri a cui dedicarsi, perché perdere tempo con uno dei pochi ottimi?


Su questo testo è stato scritto tanto, non credo di poter aggiunger molto di mio. Tocca diversi punti molto interessanti, dalla discriminazione all'invidia, dalla paura del diverso all'odio per quello che ci può togliere e soprattutto tocca temi socio-economici nel tentativo di conciliare gli ideali capitalistici che premiano il successo e la produttività con l'assistenzialismo verso gli indigenti.
Sono temi presenti anche in altre opere e, a volte, trattati pure in maniera simile nella forma. Si può dire, facendogli un torto terribile per la immeritata comparazione, che sia una versione adulta e intelligente dei temi trattati nelle storie degli X-men (ai quali ho già dedicato un'altro articolo) visto che tratta comunque di un gruppo di persone differenti geneticamente dal resto della popolazione e la cui differenza offre un vantaggio notevole sugli altri; ma non si limita a questo, tocca anche temi legati alla longevità e discussi, in maniera però più avventurosa, nel romanzo di Heinlein I figli di Matusalemme. Anche se in quell'opera i problemi scatenati dall'invidia erano di natura differente, l'isteria che colpiva la gente comune nei confronti degli immortali era molto simile a quella presente in Mendicanti in Spagna. Per lo meno si scatena nello stesso modo: attraverso una campagna mediatica.

Ma questi temi, a loro volta, girano attorno ad un'altra questione: chi sono queste persone che tanto odiano e non fanno altro che fomentare disprezzo e paura?
Beh, sono gli stessi sbraitano contro i rifugiati siriani, che prima sbraitavano contro gli zingari e i rumeni, che prima sbraitavano contro gli albanesi, che prima...
Sono persone con cui abbiamo a che fare tutti i giorni e che in questo libro vengono trattate e definite per quello che sono: mendicanti, che nulla danno e nulla fanno ma pretendono cose e diventano violenti se non le ottengono. Gente inutile, che vomita odio e idiozie, che ripete notizie senza curarsi di cercare le fonti o analizzare se sono vere, egoisti che alla società non hanno mai dato nulla, se non problemi, odio, disprezzo.  Verrebbe da pensare che si tratti di persone ingannate, rese cieche dalla paura, ma non è così, sono ignoranti pericolosi, perché come ripetuto anche nel libro, in Spagna, non ci sono solo mendicanti di questo tipo, ma anche gente attiva, razionale, che usa il cervello e contribuisce attivamente alla società, dimostrando che è dunque possibile essere migliori. E, probabilmente, la grandezza di questo libro sta anche nell'offrire questa visione globale del problema, senza trasformare i mutanti in semplici martiri, ma sottolinenando sempre la presenza di persone che lottano attivamente al loro fianco e non si lasciano impressionare dalla stampa scandalistica o da chi riceve vantaggi (economici o politici) nel gettare benzina sul fuoco.
Ovviamente, e lo specifico bene per venire in contro alle limitate facoltà intellettuali del perbenista 2.0, non si dà una accezione negativa dell'essere mendicante, come premettevo all'inizio il libro parla di teorie liberiste ma cerca anche di avvicinarle all'assistenzialismo verso i bisognosi, creando un'ecologia economica in cui ogni volta che si aiuta qualcuno si pongono le basi per un miglioramento futuro della società e, dunque, un vantaggio per noi stessi. Non vi è alcuna associazione tra la violenza e il mendicare, è semplicemente un gruppo di persone che viene definito come "mendicante violento" e il discorso è puramente metaforico. E pure sarcastico, perché spesso sono proprio queste persone a scagliarsi contro coloro che reputano parassiti, senza rendersi conto che sono loro gli inutili e i dannosi.

Che dire di più, un libro ancora oggi attualissimo, anche se non esiste ancora nulla di quanto raccontato, i problemi evidenziati erano comuni ieri come lo sono oggi e, purtroppo, lo saranno sicuramente domani, cambierà solo popolazione contro la quale scagliarsi... Quello che non cambierà, sarà la società, nonostante il passato sia pieno di insegnamenti che dovrebbero far riflettere.


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Per rimanere in tema, consiglio anche un'atra opera ideale da leggere in questo particolare momento storico (come lo era nel momento storico precedente e, ancora purtroppo, lo sarà in quello successivo) si tratta di Echea di Kristine Kathryn Rusch, autrice del buon Un tuffo nel relitto e del dimenticabile Stealth (giusto per citare due opere recensite in questo blog).

Echea parla proprio di rifugiati e di persone che accolgono rifugiati e del difficile rapporto che può instaurarsi. Parla di guerra e di quel che accade durante una guerra e del perché la gente cerca di fuggirne, anziché rimanere a combattere come tanti intrepidi guerrieri davanti alle telecamere o attraverso facebook sostengono sarebbe giusto fare...
Ma parla anche di scelte e di identità.

Non è un racconto perfetto, i personaggi sembrano costruiti apposta per commuovere il lettore, non appaiono molto naturali, però funziona, i temi sono trattati in maniera ben amalgamata con la narrazione e non appaiono forzati. Esemplare è il rapporto che si verrà a creare tra la madre e la figlia, quel potersi sedere ogni giorno più vicino che tanto ricorda la messa in pratica degli insegnamenti della volpe al Piccolo Principe e che è la base per creare un vero legame e per conoscere veramente una persona.

Questi sono i miei due consigli della settimana, per riuscire ad affrontare con un poco più di forza gli inutili leoni da tastiera (o da telecamera) che appestano il mondo, certo non vi riempiranno di ottimismo, ma vi faranno sentire meno soli.


PS (curiosità/spoiler): ad un certo punto, nel racconto Mendicanti in Spagna, i personaggi berranno una soluzione di Interleuchina-1 per ottenere un certo effetto... ebbene, scientificamente non avrebbe dovuto funzionale. L'interleuchina-1 è una proteina e ingerendola si sarebbe digerita, come tutte le proteine. Avrebbero dovuto iniettarsela, come l'insulina.

2 commenti:

  1. Una delle doti migliori della fantascienza è quella di riuscire a descrivere il mondo di oggi con la scusa di parlare del nostro futuro. Non a caso le opere migliori sono quelle che rimangono sempre attuali.

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    1. Il problema è quando restano attuali per decenni... ^^'

      Comunque, in questi giorni mi sto dedicando un po' alla Space opera e, a parte qualcosina di interessante, mi sto annoiando a morte!
      Preferisco di molto la fantascienza sociale come questo Mendicanti in Spagna o l'hard sci-fi, dove almeno imparo qualcosa... di avventure ne ho piene le scatole. ^^

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