martedì 11 novembre 2014

La scala di Schild di Greg Egan

www.mondourania.com
Articolo di: AleK

Il romanzo di cui parlerò oggi fa parte di quella che viene chiamata "Hard science fiction", ovvero quella branca della fantascienza che dà molto spazio alle basi scientifiche da cui è ispirata l'opera o sulle quali si appoggia la storia.
Se pensate che sia una maniera molto fredda e asettica per trattare la narrativa, state prendendo una cantonata epica, la natura e l'universo nascondono alla nostra vista dettagli impressionanti il cui sense of wonder nello scoprirli non è secondo ad alcun parto della fantasia umana, come d'altra parte vi raccontavo anche nella recensione di Incontro con Rama.

Nonostante sia molto affascinante vi anticipo subito che si tratta di un romanzo parecchio complesso, basato sulla teoria dei grafi applicata alla meccanica quantistica (nel libro è presente una bibliografia per chi fosse interessato ad approfondire l'argomento) o almeno credo, le mie conoscenze fisiche sono limitate e certi passaggi non li ho proprio capiti.

Però non è certo un libro impossibile, magari un fisico potrà coglierne meglio le sfumature, ma resta accessibile a qualsiasi appassionato di fantascienza.
Ecco, magari se non avete mai letto nulla di fantascienza o siete agli inizi, meglio andare su un'altro titolo...

Affascinante, dunque, ma con qualche difetto.
Il libro, piuttosto che un'opera di fantascienza è una storia di pura fantafisica, lasciando un po' in secondo piano la parte sociale e dimenticandosi della parte fisiologica delle persone descritte.
Reputo un po' ingenuo pensare che si possa cambiare corpo continuamente (come avviene nel libro - non è uno spoiler, viene spiegato nelle prime pagine) senza alterare minimamente la propria personalità, come se quest'ultima dipendesse esclusivamente dalla nostra mente.
Pensateci, di fronte allo stesso problema reagiamo in maniera totalemente distinta se, quest'ultimo, si presenta in una settimana soleggiata in cui tutto al lavoro e in famiglia è perfetto oppure durante una settimana uggiosa, disastrosa dal punto di vista lavorativo e durante la quale abbiamo pure litigato con il nostro partner.
Questo perché la nostra personalità subisce variazioni causate dall'ambiente esterno. Figuriamoci se cambiassimo corpo, sarebbe tutto diverso, dalle concentrazioni ormonali, fino alla percezione della realtà attraverso i sensi.
Nel libro questi concetti sono dimenticati, un po' in maniera giustificata (i corpi umani non sono proprio gli stessi degli attuali, e pure la nostra interazione con loro è diversa) e un po' no, perché comunque molti protagonisti hanno esigenza di avere un "corpo", cosa non essenziale nel mondo descritto dal libro, e la cosa fa presupporre che comunque il corpo faccia la "differenza".
Ebbene, passare da un corpo standard ad uno alieno o all'essere incorporale, c'è una bella differenza ma l'autore descrive questi passaggi come se non avessero alcun influsso sulla nostra personalità.

C'è da dire però che il focus della storia sta in tutt'altro e dunque, inevitabilmente, qualcosa la dovremo lasciare alla sospensione dell'incredulità per poter godere della costruzione di un nuovo modello fisico totalmente alieno.
E ne vale la pena.

Anche se solo abbozzata la parte sociologica è comunque presente e fa il suo lavoro, aiutandoci ad immergerci in un mondo in cui le persone sono praticamente immortali, disperse nella galassia e quella della luce continua ad essere la massima velocità raggiungibile.
E' dunque una storia che parla di separazioni e di crescita, nel senso però di crescita millenaria dove la morte è un qualcosa di più complesso: il nostro io di quando avevamo 14 anni era ben diverso rispetto all'attuale, anche se ancora vivi, non si può affermare che parte della nostra personalità (sen non tutta) è morta? Ora, immaginate questo in persone millenarie (e questo concetto è legato il titolo del libro...).
"Ma viaggiare non è solo cambiare scenario, è spezzare i legami"
Oltre a questo c'è tutta una parte di accettazione del cambiamento, non ci sono stupide fissazioni sulla nostra umanità intesa come essere uguali a quel che siamo ora, menate come quelle presenti nei fumetti stile x-men, per esser chiari. Nel libro è stata creata una vera nuova società evolutasi di pari passo con il progresso tecnologico e scientifico e non un qualcosa di anacronistico e immobile.
Il contrasto è evidente con le figure degli anacronauti, rappresentazioni di chi oggi, nel mondo reale, è ostile a qualsiasi forma di cambiamento (so che lo cito in continuazione, ma per qualche assurda sincronia sto leggendo tutti libri con quel tema, parlo de Il più grande uomo scimmia del pleistocene).

"E sognano tutti gli orrori che hanno augurato a noi, nel nome di una umanità che stava già morendo davanti a loro prima ancora che lasciassero la Terra."
Siamo di fronte alla eterna lotta tra l'impulso che spinge gli uomini alla ricerca della conoscenza e quello che lo spinge all'ignoranza e all'oscurantismo. Un tema molto attuale, non solo pensando al propagarsi di idee creazioniste, ma anche osservando le reazioni delle persone di fronte ai problemi: in un momento di crisi economica e sociale, in cui sarebbero opportune rivoluzionarie riforme da parte dei governi per spingerci verso il futuro e il cambiamento (anziché ostinarsi ad ancorarci al passato) riescono ad esser manipolate nella maniera più sciocca e banale e si sfogano verso gli immigrati o gli zingari (roba che avviene da secoli, ormai è una valvola di sfogo), sperando di tornare ad un passato che è la vera causa dei loro problemi, come se davvero fosse colpa degli straniere se le cose non funzionano, anziché di un sistema vecchio e stantio che vive di ingiustizie sociali.

Per tornare sul concetto della morte, c'è una parte che non mi ha minimamente convinto ed è quella dei backup e delle amnesie.
In pratica i protagonisti si lanciano senza problemi in imprese suicide, tanto se il loro corpo venisse distrutto, si risveglierebbero in un altro, perdendo le ore o giorni passati dall'ultimo backup e trattando questi ultimi come una "amnesia" e non come una morte.
A me questa sembra una supercazzola, ma neanche di quelle comuni, questa è proprio una supercazzola con tanto di scappellamento a destra. Perché se io, vivo, risveglio il mio backup in un altro corpo, ci sono due me stesso vivi nello stesso istante e neppure identici (giorni in più di vita sono sempre esperienze in più) e non ci penserei minimamente a suicidarmi pensando di "poter vivere" nell'altro, perché saremmo due coscienze separate.

In conclusione, nonostante siano presenti ciò che reputo "difetti", ritengo quest'opera un buon libro, consigliato a tutti gli amanti dell' Hard science fiction senza dubbi, a differenza di altri romanzi, che potrebbero stare nella metà delle pagine usate per scriverli, qua si sente l'esigenza di più approfondimenti (soprattutto sul piano sociale) ma non in senso negativo, alla fine il romanzo non appare monco, intendo in senso positivo, la storia affascina e ci si rende conto della presenza di numerosi spunti di riflessione. Per di più l'ho molto apprezzato anche nello stile, non solo nei contenuti. Sono infatti assenti spiegoni continui che ci descrivano in dettaglio la società e la tecnologia presenti: è lasciato al lettore il compito di capire come funziona il mondo grazie a piccoli indizi lasciati durante il racconto. Insomma, un libro che non offende l'intelligenza del lettore insozzandola di infodump.

2 commenti:

  1. http://www.librarything.it/work/18933/details/114303406

    ;-)

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  2. LOL

    Abbiamo scritto quasi le stesse cose ma con giudizio finale opposto... ^^

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