martedì 30 giugno 2015

Museo della pace 広島平和記念資料館 Heiwa Kinen Shiryōkan

Scritto da: Ataru Moroboshi


Conclusione ideale di un ipotetico primo giorno nella bella città di Hiroshima: dopo il giardino Shukkei-en (link), il castello Hiroshima- (link), il parco memoriale della pace con l'indimenticabile Bomb Dome (link), si arriva a quello che forse rappresenta il motivo principale, assieme all'isola di Miyajima di cui scriverò presto, di una visita alla città, 
il Museo della Pace (広島平和記念資料館 Heiwa Kinen Shiryōkan).

Di fronte ad esso le Gates of Peace (link), che si possono ammirare fino alla fine del tramonto, quando vengono illuminate, per poi tornare a vedere il castello in notturna, semplicemente magnifico.

Ma reggetevi bene cuore e stomaco per questa ultima visita....



 


L'itinerario per arrivare al museo richiede appena 45' di tranquilla passeggiata e tutti i siti sono ben distribuiti, perciò è sufficiente un pomeriggio per gustarseli, cosa importante dato che normalmente nei viaggi in Giappone si dedicano da 1 a 3 giorni ad Hiroshima, compresa l'escursione all'isola Miyajima. Io sono sempre dell'idea che oltre al luogo ed alle attrattive, conti il tempo che vi si dedica, perciò non amo i mordi e fuggi, rappresentati oggi dal scatta-la-foto e passa oltre. 
Però è anche naturale che quando si visiti un paese così distante dal nostro si voglia vedere il più possibile nei giorni di vacanza disponibili, per questo reputo tale itinerario adatto a tutti, sufficientemente ricco e non troppo "compresso".


Mentre ci dirigiamo al museo attraversiamo il bel parco della pace, col suo cenotafio e la Bomb Dome sullo sfondo.

 
L'ingresso al museo ha il costo simbolico di 50 yen (meno di 40 centesimi di euro!), ma vi assicuro che vale la pena fare un'offerta libera nonchè acquistare le belle magliette ricordo, per aiutare il sostentamento di questa importante struttura.



Il Museo della Pace è una delle tante opere sparse per il mondo del defunto architetto Kenzō Tange. I suoi lavori hanno caratterizzato il secondo cinquantennio del precedente secolo, senza perdere mai fantasia e carattere innovativo, neppure vicino alla morte. Ricordiamo:
 
il Palazzo del governo metropolitano di Tokyo (1991),

 
Immagine presa da questo sito
l’edificio della Fuji TV ad Odaiba (1996)

 
Immagine presa da questo sito
ed il quartiere fieristico della cara Bologna (1972).

 
Immagine presa da questo sito
 
Il Museo della Pace nacque ad appena 10 anni dalla tragedia (1955) ed è composto da un edificio principale e dall’ala Est. Purtroppo quest’anno (2015) una discreta parte dello stabile è sotto restauro, perciò la mostra permanente è stata ridotta come superficie espositiva e per numero di oggetti esposti. Resta comunque una tappa obbligatoria se si passa per la città, perchè malgrado le limitazioni imposte dal restauro, la visita resta di grandissimo impatto emotivo: se le immagini, i reperti e le storie che questo luogo racconta non vi colpiscono allo stomaco, beh, semplicemente non siete umani!

 
Partiamo nella visita con questa ricostruzione mediante manichini dei sopravvissuti all'esplosione ciò che pende dalle braccia non sono vestiti, ma brandelli di pelle, come precisa l'accurata (fin troppo) audioguida. 
 


Ripesco questa fotografia del 2007, perchè oggi il plastico che mostra come era Hiroscima prima dello scoppio della bomba non è visibile al pubblico. Peccato, perchè compararlo a quello che mostra gli effetti dell'ordigno, che si trovava ad appena mezzo metro di distanza, era utilissimo quanto d'effetto...


Ecco il solo plastico visibile oggi. La sfera rossa serve a comprendere a che altitudine è stata fatta detonare la bomba, circa 800 m, per garantire il massimo danno possibile, cosa che non si sarebbe ottenuta con l'impatto al suolo.


Cittadino che si è letteralmente fuso con le scale su cui si trovava, divenendo una specie di eterna ombra.


Prima foto al mondo degli effetti della bomba, scattata appena 10 giorni dopo l'esplosione.


La storia più famosa portata all’attenzione dei visitatori è certamente quella della piccola Sadako Sasaki (佐々木禎子); questa bambina aveva solamente 2 anni quando Little boy fu sganciata; lei si trovava a solo 2 Km dall’esplosione. Morì per una grave forma di laucemia nel 1955 a 12 anni. Il decorso fu molto rapido, appena un anno dai primi sintomi. 
Seguendo un'antica leggenda secondo la quale creando mille gru - uccello simbolo di lunga vita - con la tecnica dell'origami si sarebbe potuto esprimere un desiderio, Sadako si impegnò in questa pratica utilizzando qualunque carta possibile, compresa le confezioni dei farmaci.

Esistono diverse versioni di questa storia, secondo alcune terminò le 1000 gru, secondo altre non ce la fece e le completarono gli amici e compagni di scuola dopo la sua morte…Poco importa questo dettaglio, la storia è così potente ed è così penetrata nell’immaginario giapponese che la ritroviamo spessissimo come citazione, persino in una delle mie serie preferite Ghost in the Shell, nell'11° episodio della seconda serie, Labirinto d'erba「草迷宮 kusa meikyū affection.
 

 
Ricorstruzione della cupola della Bomb Dome, che ha resistito all'esplosione dell'ordigno atomico.


Effetti delle radiazioni: questa fotografia e l'unghia conservata nella teca mi hanno sempre impressionato. Pare che le unghie del soggetto avessero cominciato a crescere a dismisura e risultasse impossibile tagliarle perchè vascolarizzate. Atroce.


Questa visita, che ho avuto la fortuna di ripetere 3 volte nella vita, è un pugno alla bocca dello stomaco e difficilmente uscirete senza un minimo turbamento. Per fortuna all'esterno vi attenderà uno splendido parco ed una città allegra e vitale fino a tarda notte, che vi consentirà di sperare che anche alle tragedie più assurde possa far seguito un po' di serenità.



INFO UTILI
Apertura dalle 8:30-17:00.
Nel periodo da marzo a novembre 8:30-18:00.
Solamente in Agosto, chiusura alle 19:00.
Buona visita.

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