martedì 26 maggio 2015

Jack Vettriano come metafora di una presentazione

Scritto da Estrolucente

Eccomi felicemente qui.
Invitata a scrivere per la prima volta su “A Noi Vivi”, mi trovo a voler dire in questo momento forse troppe cose, non fosse altro che per desiderio di presentarmi.
La cosa migliore è allora non dire nulla, e fare invece ciò che più mi piace fare: aprire una “galleria” e condividerla (perché le gallerie servono a questo, no?).
Mi spingerò al largo nei post successivi, promesso.
In questo caso, la galleria è LA galleria, perché scegliendo l’artista di cui esporre alcune opere, ho puntato oggi direttamente a me stessa.
Jack Vettriano.
Non tedio mai con le biografie, i percorsi, le critiche e tutte quelle cose che ognuno, se vuole, può andarsi a cercare tranquillamente in rete da solo.
Io vorrei trasmettere solo “impressioni” (sempre secondo un gusto del tutto personale, invitando perciò ad andare a guardare altre opere dell’autore di cui parlo).
Vettriano per me è importante. Non per niente ho scelto un suo quadro per  rappresentarmi virtualmente:




Si intitola “Yesterday's dreams”, e non si tratta solo del titolo di un dipinto. Se fossi un quadro sarei questo quadro, se fossi dotata di un titolo sarebbe questo titolo.
E così, in qualche modo, mi sono pure presentata.
Bene.

Cos’ha di speciale Jack Vettriano?


Dipinge silenzi, innanzitutto. E fin qui non c’è nulla di strano. Il silenzio è tema principe in molta produzione artistica contemporanea.
Il silenzio di Vettriano però è un silenzio pieno di intesa, è un silenzio di quelli che si creano tra persone che stanno bene insieme. Il silenzio subito prima di fare l’amore, ad esempio. Il silenzio di un gruppo di persone in comunione tra loro; di un luogo che fino a poco prima era magari traboccante di risa e schiamazzi. Silenzi di terrazze al tramonto. Anche quando i protagonisti stanno danzando, lo stanno facendo in silenzio.
Anche se qualcuno suona un violino, lo suona in silenzio.








L’atmosfera.
E’ pervasa sempre di una sorta di malinconia che non ha mai nulla a che fare con il rimpianto. Questione di colori, e di luce.
Non so se qualcuno ricorda l’inquadratura finale di “Carlito’s way”. Ecco, i quadri di Vettriano mi ricordano esattamente quella atmosfera. Struggimento dolce che fa bene, nel quale si vivrebbe volentieri.








Inoltre Vettriano colloca i suoi personaggi in un periodo storico a me assolutamente consono.
Quello dell’hard boiled, gli anni venti di Dashiell Hammet , gli anni trenta di Raymond Chandler.
Vedete che intanto che parlo di Vettriano, parlo anche di me.

Le pennellate sono larghe. E’ importante. Pennellata larga vuol dire costringere lo spettatore a immaginare. Vuol dire volerlo trascinare dentro il quadro. Farlo collaborare.
Vettriano è uno di quegli artisti che diventa “altro” in ognuno degli sguardi che lo accolgono.
Una delle ragioni per cui allestisco le mie gallerie, è l’osservazione delle reazioni. Ad alcuni piacciono certi quadri, altri fanno scelte differenti. E’ proprio in quello scarto, nella “scelta”, che sta per me il senso vero del fare arte.









7 commenti:

  1. Già, bellissima presentazione. *_*

    E' un po' difficile scegliere questa volta... direi che, dopo il primo (la tua immagine di profilo) sicuramente il terzo, poi l'ottavo.

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    1. Il ghiaccio è rotto, grazie dell'invito. Mi sento già a casa :-)
      Tu sai, Alek, che non posso fare a meno di registrare tutte le scelte fatte. Parlano di una persona più di qualunque dichiarazione di intenti...

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  2. Complimenti davvero Estrolucente.
    Ecco le reazioni differenti di cui scrivevi; io ho preferito il 5°, il 6° e più di ogni altro il 9°. Sarebbe bellissimo conoscerne i titoli.

    Ancora un sentito benvenuta.

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    1. Grazie anche a te, e piacere di fare conoscenza.
      Hai ragione. Sei forse la prima persona che parla dei titoli. Sono importanti.
      Ti accontento.
      il 5° si intitola "The Model and the Drifter"
      Il 6° "The opening gambit"
      Il 9° "Dance me to the end of love"
      Suggestivi, vero?

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  3. Mi piacerebbe conoscere il titolo e l anno di produzione di quel quadro che rappresenta una coppia seduta su di una panchina bianca. Lui è seduto sul bracciolo e lei ha le gambe accavallate. Grazie

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