lunedì 15 settembre 2014

Uomini in rosso di John Scalzi

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Articolo di: AleK

Dopo le recensioni dei romanzi di Reynolds (che trovate qui e qua), rieccomi a recensire un libro di un autore molto in voga: John Scalzi, autore del pluriconsigliato (in rete) ciclo Old Men's War che la Gargoyle non si è ancora decisa di pubblicare in formato elettronico...

Per chi non avesse colto la citazione nel titolo (in originale Redshirts) consiglio una ricerca su google con i termini chiave "maglietta rossa" e "Star Trek", un risultato qualsiasi andrà bene per comprenderla. Ve la spiegherei pure io, ma non voglio fare il saccente su un argomento che imparai casualmente giocando a Star Munchkin qualche anno fa... tra l'altro ero l'unico del tavolo a ignorarlo.
In ogni caso, capire o no il riferimento, non vi cambierà la vita, intendo la vita reale, anche se parlare di vita reale o immaginaria dopo Uomini in rosso è un po' difficile... e non vi cambierà neppure il piacere della lettura, visto che il romanzo arriva più in là rispetto al tema che sembra trattare...

Per arrivare rapidamente al "dunque": mi è piaciuto.

Mi è piaciuto, ma mi rendo conto non si tratti di una bomba di originalità, soprattutto nella prima parte... Se i primi tre quarti del libro fossero stati scritti 20-30 anni prima della data di pubblicazione, saremmo di fronte a uno di quei capolavori indimenticabili, purtroppo però è stato scritto nel 2012, dopo lustri di "meme", "Demotivational Posters" e citazioni nerd. Per dirvi, giocai a Star Munchkin nel 2003 e già allora la battuta sulla "maglietta rossa" era così di dominio pubblico da essere citata in un gioco da tavolo. Mi arrivarono pure un paio di coppini per non averla capita.

Nonostante ciò il libro è spassoso e arguto e vi è una divertente parodia di tutto ciò che ruota attorno al mondo degli attori e in particolar modo a quello delle serie televisive; ma non voglio soffermarmi troppo su questo punto perché c'è anche dell'altro... ed è proprio quest'altro che trasforma un libro divertente e interessante in un libro in grado di lasciarci qualcosa di più.
Quando uno meno se lo aspetta, l'ultimo quarto del libro cambia totalmente registro e dalla parodia passiamo ad una storia molto più intimista e ben immersa nel mondo reale.
E' come se tutta la prima parte fosse propedeutica ad arrivare al nocciolo della questione: che cosa stiamo facendo delle nostre vite?

Questo punto non è banale o meglio, non è banale come viene presentato nel libro. Tutta la prima parte è una nerdata (passatemi il termine) divertentissima, con punte di feroce critica verso certe serie televisive e, diciamocelo, anche verso i loro "fans". Ma resta comunque una nerdata. Qualcosa di divertente, anche appassionante, ma che rappresenta puro escapismo dal mondo reale, una sorta di oasi dove molta gente si rifugia per uscire un po' dalla quotidianità. Un'oasi in cui si cerca troppo spesso rifugio e, alla fine, sappiamo cosa rappresenti una "maglietta rossa", sappiamo come finire la frase "You know nothing...", ci scandalizziamo se i super eroi televisivi non rispecchiano quelli cartacei, ma nella pratica investiamo millemila ore in cazzate di pura evasione dalla realtà, che non ci migliorano di una virgola, che non ci forniscono un minimo di conoscenza reale...
Per questo non apprezzo i romanzi (ma anche i film) di puro intrattenimento, sono tempo perso. Non fraintendetemi, io sono il campione del mondo della cazzata, è che alla fine, magari dopo aver letto un'inutile tomo di 600 pagine pieno astronavi, impianti neurali e civiltà galattiche sterminate, torno alla vita reale e mi rendo conto del tempo perso e di quanto quel tempo sia importante.
Per questo l'ultimo quarto del libro rappresenta una ciliegina sulla torta. Il libro sarebbe stato molto gradevole di suo, ma con quell'ultima parte, con le implicazioni che tutta la storia ha avuto sul mondo reale, con le epifanie dei protagonisti, diventa un qualcosa di più, magari non un capolavoro, ma di sicuro, nel complesso, un ottimo libro.

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