lunedì 9 febbraio 2015

Stealth di Kristine Kathryn Rusch e letture varie...

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Articolo di: AleK

Ci sono racconti e romanzi che, una volta letti, evito di recensire, non perché li reputi brutti (ho recensito anche libri che non mi sono piaciuti) ma perché non sono rusciti a stimolare sufficientemente il mio entusiasmo.
Un paio di esempi sono Lo specchio di Atlante edito nella collana Vaporteppa e Falsa identità edito nella collana Biblioteca di un sole lontano: entrambi non mi hanno suscitato particolari emozioni. Per chi ne volesse sapere qualcosa di più, il primo è la seconda edizione rivista e corretta di un romanzo fantasy italiano degli anni '90 di Bernardo Cicchetti, il secondo è un racconto di fantascienza di Robert Reed (del quale avevo già recensito un racconto, a mio avviso migliore, presente nella raccolta 12 inframondi) ma nonostante queste differenza hanno una cosa in comune, entrambi possono essere considerati dei Gialli, un genere letterario che raramente apprezzo, non essendo interessato alla risoluzione di casi misteriosi.


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Tra i due ho preferito Lo specchio di Atlante in quanto la parte investigativa è portata avanti con molta ironia (grazie alla caratterizzazione di un giudice sui generis) e il resto del libro per lo meno lascia un po' di spazio all'introspezione grazie alla metafora degli specchi e dei mondi paralleli.
Invece in Falsa identità si basa interamente sull'indagine e sul sense of wonder che dovrebbe suscitare l'ambientazione, troppo poco per i miei gusti. Per di più il protagonista viene rappresentato inizialmente come un super figo pieno di congegni innestati e armi segrete (una specie di Foyle di La tigre della notte una volta potenziatosi, ma senza ossessioni di vendetta) per poi prendere sempre un sacco di botte o rimanere inerme se perde la sua pistola...

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Un terzo esempio di lettura che non ha ispirato una recensione è Manoscritto trovato in una macchina del tempo abbandonata di Robert Silverberg e edito nella collana Biblioteca di un sole lontano, solo che, a differenza degli altri due, questo raccontino mi è piaciuto.
Mi ero sempre ripromesso di citarlo in una recensione, come consiglio di lettura, ma non sapevo come inserirlo, dunque approfitto di questo articolo per farlo.
Il racconto è davvero breve e stilisticamente sperimentale e parla della situazione politica e mondiale dell'epoca in cui è stato scritto, gli anni '70. Il problema è che continua a essere drammaticamente attuale, basta cambiare un paio di nomi di presidenti e un paio di luoghi geografici e potrebbe esser stato scritto oggi, segno che nel mondo non cambia mai nulla, c'è un gran progresso tecnologico, ma non vi è alcun progresso sociale.

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E veniamo ora al racconto protagonista di questa recensione, Stealth, anche questo appartiene purtroppo al gruppo di opere che non avrei recensito, se non fosse per un piccolo particolare: si tratta di una storia ambientata nello stesso universo di un altro racconto di cui vi parlai tempo fa, ovvero Un tuffo nel relitto e non solo, può anche essere considerato come un suo seguito, ragion per cui mi sono sentito in dovere di specificare bene che, mentre quel primo racconto mi era piaciuto, questo non mi ha convinto per nulla. Ma per far questo, ho preferito argomentare un po' di più...

In sè il racconto non è male, anzi, all'inizio è anche interessante, la storia occupa un arco narrativo di una ventina d'anni, includendo gli eventi accaduti in Un tuffo nel relitto e ha come protagonista proprio un personaggio chiave presente in quel racconto, i capitoli si alternano offrendoci eventi presenti e eventi passati, facendoci capire quel che è accaduto e come si è arrivati agli eventi raccontati nel presente. Certe dinamiche sono pure interessanti, scoprire ad esempio come è cambiata una relazione di coppia durante gli anni, e l'uso dei flashback è utilizzato molto bene, purtroppo però ci sono due gravi difetti. Il primo è che si inizia a scoprire più in dettaglio quello che è il mondo in cui si svolgono gli eventi (lasciato intelligentemente in secondo piano nel racconto Un tuffo nel relitto) rendendosi conto della banalità imbarazzante nella quale l'autrice ha buttato i propri personaggi: c'è un impero di cattivi, c'è un'alleanza di buoni. Non aggiungo altri commenti.
Il secondo difetto è che ad un certo punto, poco dopo la metà, la storia inizia a prendere una piega inaspettata, oltre a a rendersi sempre più chiara la banalità dell' ambientazione, si iniziano a scoprire gli eventi accaduti cronologicamente dopo la storia vissuta in Un tuffo nel relitto e, per quanto mi riguarda, sono un insieme di pessime idee atte a riciclare il più possibile i personaggi precedentemente conosciuti.

Ora, tra Un tuffo nel relitto e questo Stealth sono stati pubblicati altri racconti con la stessa ambientazione, non ho idea se in quei racconti fossero narrate le gesta delle nostre protagoniste e fungano da raccordo tra i due pubblicati in italiano, magari là vengono spiegate meglio certe scelte e certi avvenimenti, non lo so, quello che so è che dopo quanto accaduto in Un tuffo nel relitto quanto raccontato in Stealth è ridicolo.
Cose rarissime nel primo (e che creavano un'atmosfera molto suggestiva) che diventano comuni nel secondo. Fobie verso una certa tecnologia (fulcro del primo racconto) che diventano fobie unidirezionali, ovvero verso quella tecnologia solo se usata dai Cattivi, ma se sono i Buoni a usarla, tutto cambia. Ritornano protagonisti che cambiano il mestiere ma mantengono lo stesso identico ruolo. Cose così... Poi, ripeto, magari questi cambi di fronte sono spiegati negli altri racconti, il problema è che, se anche fosse, non mi interesserebbe, la banalizzazione avvenuta dal primo a questo racconto è evidente e non voglio certo far luce sulla sua evoluzione.

Poi, alla fine, arriva quello che reputo il capolavoro della mediocrità:

"Ogni volta che un governo crede di poter sacrificare delle persone per un bene superiore, qualcosa di sbagliato in quel governo c'è."

Questa frase, che letta senza riflettere sulle sue implicazioni, appare tanto seducente e profonda, è una fesseria senza precedenti.
A parte il fatto che nella storia dell'umanità e della letteratura ci sono state addirittura divinità che hanno sacrificato persone per un bene superiore (provate a dirglielo ai fedeli che hanno qualcosa di sbagliato), a parte questo, quella frase lascia indirettamente intendere che, qualche volta durante la storia dell'uomo, sia esistito veramente un governo che non abbia sacrificato gente per qualche fine! Come no...
Magari l'avessero fatto e lo facessero per beni Superiori, magari!
La realtà è molto più triste, ma, ovviamente, nell'universo della Rusch quel governo esiste... e sono i Buoni.

Questo è Stealth. Se Un tuffo nel relitto vi ha lasciati con un senso di incompiuto, perché volevate saperne di più sull'ambientazione, sulle tecnologie, sul passato dei protagonisti, potrebbe piacervi (anche se non capisco come possano interessarvi i miei articoli giacché reputo quelle cose assolutamente insignificanti) se invece vi è sembrato perfetto così com'era, questo potrebbe farvi storcere il naso come a me. Oppure no. Chissà...

2 commenti:

  1. La Rush è una di quelle tante tra autrici ed autori che passano con facilità dal confezionare un grande capolavoro a scrivere opere francamente poco soddisfacenti, ora non ho letto i due racconti in questione, quindi non posso giudicare però ricordo come l'autrice abbia scritto bellissimi romanzi e francamente poco piacevoli novellizazioni del franchise di Star trek.

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    1. Io ho letto solo quei due racconti, quindi non posso dire molto... ^^
      Quello che l'ha rovinato è l'ambientazione che c'ha costruito attorno, riciclando protagonisti dell'altro racconto... sembra una serie TV basso costo. :p

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