mercoledì 4 marzo 2015

Morire per vivere di John Scalzi

Immagine tratta da fantasyplanet
Articolo di: AleK

Ecco una recensione che mi renderà ancora più impopolare tra gli appassionati di fantascienza...

Morire per vivere è un libro appassionante e piacevole da leggere, in alcuni momenti pure interessante, è uno di quei libri che si iniziano il sabato e si finiscono la domenica, senza riusce a staccare gli occhi dalle pagine, peccato però che gran parte di quanto accade sia già stato scritto, e in maniera molto più interessante, in passato.

Con interessante intendo dal punto di vista dei contenuti, ovvero i temi che dovrebbero essere alla base di un libro, il messaggio che un autore vuole trasmettere ai lettori e sul quale ricama un storia.
Partendo da questo presupposto, Fanteria dello spazio e Guerra eterna risultano essere inavvicinabile da Scalzi, e non importa quante innovazioni o differenze abbia inserito nel suo Morire per vivere, l'impostazione di base è molto simile al romanzo di Heinlein, solo che è stato epurato di tutta la parte politica e sociale presente in Fanteria dello spazio, ovvero la parte più importante e degna del libro.

Certo non è un romanzo troppo ignorante, alcune considerazioni degne di nota sono presenti, solo che non mi sembra apporti chissaché di nuovo da giustificarne la popolarità, a parte le piccole invenzioni di ambientazione delle quali non mi può fregare di meno. Da questo punto di vista, anche se come già detto è lontano dall'essere un capolavoro, gli ho preferito Uomini in rosso, magari esalta meno, è privo di epicità, ma perlomeno tratta qualche tematica interessante e, soprattutto, l'ironia e l'umorismo che Scalzi butta sempre dentro, in quel racconto non stona minimamente.

Per alcune ragioni mi ha ricordato molto Abaddon, oltre al genere comune di Fantascienza militare al quale appartengono, sono entrambi scritti con uno stile fresco e facile da seguire; entrambi intrattengono molto il lettore e lo portano a continuare nella lettura senza stupidi e banali stratagemmi legati cliffhanger o segreti dei protagonisti verso il lettore; entrambi si basano su un What if classico e già visto ma sviluppato in maniera piacevole (nonostante le critiche che gli sto vomitando sopra, la lettura di Morire per vivere è stata tutt'altro che brutta); solo che Abaddon ha qualche marcia in più: nonostante il What if già visto, lo svolgersi della storia prende una piega originale, mentre il romanzo di Scalzi sembra ricalcare eventi presenti in Fanteria dello spazio (la missione di distruzione di obbiettivi militari e industriali è presa a forza da là, giusto per riportare un esempio); i personaggi sono molto meglio caratterizzati in Abaddon e presentano dei punti di vista originali, in Morire per vivere sono delle macchiette tutte uguali (o quasi), per non dire degli stereotipi come il primo compagno di squadra del protagonista o il diplomatico, legati tra l'altro a scene telefonatissime e estremamente banali, per quanto divertenti; infine Abaddon (ed è questo il suo più grande punto di forza) presenta un ribaltamento dei punti di vista finale che non solo può spiazzare il lettore, ma lo può addirittura disturbare, essendo un argomento molto lontano dal politically correct e che può farlo dubitare di essere una brava persona. Una cosa assente in Morire per vivere che è in realtà molto consolatorio verso il lettore, gli offre qualcosa su cui riflettere (e questo lo salva), ma non gli induce veri problemi etici.

Resta poi tutto il problema legato all'anzianità, che è un po' la parte più curiosa della storia e che dal mio punto di vista è stata sfruttata parecchia male: in nessun momento si riesce a pensare ai protagonisti come anziani e, anche qua, il confronto con altre opere (dall'anime Il castello errante di Howl al racconto L'esame di Matheson) vede la sconfitta palese di questo romanzo.
Avete presente l'episodi di Boris in cui arrivano le direttive dei dirigenti RAI su come mostrare al pubblico l'anzianità?
Per chi non l'avesse mai visto (vergogna) e per chi l'avesse dimenticato, eccole (episodio 7, terza stagione, titolo: Come Durok) vi lascio con tutte le direttive, un piccolo off topic per non dimenticare come funziona la fiction (e non solo televisiva):

Bene il più figo della scuola, cattivo e amico di rasta, per storie di droga.
Bene le gare delle macchinette il sabato sera al Pincio coi ragazzini strafatti di cocaina che finiscono in tragedia.
Sì cocaina e canne.
No eroina.
Perfetta la quindicenne che si spoglia in chat per farsi fare le ricariche del telefonino .
Bene il ragazzetto un po' sfigato che diventa fascista per farsi accettare dal gruppo di amici, saluti fascisti, bandiere nere, Mein Kampf sotto il banco a lezione, poi però capisce che è sbagliato.
Benissimo una quindicenne anoressica.
Per quanto riguarda gli anziani, bene se tutta la terza età viene radicalmente svecchiata. [ridendo] I vecchi, cioè, non esistono più! Sono tutti giovani, non si muore più.

Ed eccolo!
No dai, non siamo esattamente a quei livelli, in  Morire per vivere è presente la sensazione della morte (i personaggi si arruolano proprio per quello) ma ci avviciniamo: non ci sono vecchi reali, solo giovani, i personaggi sono stati svecchiati, sono sempre brillanti come vorremmo che fossero gli anziani o sono brontoloni ma ai livelli di un ragazzo che critica gli extracomunitari su facebook. Anche quando non in forma fisica, non si percepisce minimamente il peso della vecchiaia, c'è giusto qualche battuta sulla prostata qua e là, ma null'altro.
Ho conosciuto parecchi anziani, tra cui i miei nonni, alcuni brillanti, altri spenti, qualcuno in ottima forma per l'età, altri catorci... in nessun caso ho riconosciuto qualcosa di loro nei personaggi di questo romanzo, né dal punto di vista fisico né da quello caratteriale.
Il personaggio di Sophie de Il castello errante di Howl, che un po' percorre il sentiero contrario ai personaggi di questa storia, come caratterizzazione, se li divora tutti senza scampo. Ammetto che Scalzi ci provi ogni tanto a farli passare per persone di una certa età, purtroppo però, senza riuscirci. Leggete questo romanzo e poi leggete L'esame di Matheson e capirete perché dico che questi personaggi sembrano usciti da una direttiva RAI per lo svecchiamento degli anziani.

Ed ora le mie impietose conclusioni...
Nella lettura cercate intrattenimento? Leggetevelo, non è un brutto romanzo. Cercate qualcos'altro? Passate oltre, non vi perderete nulla.

2 commenti:

  1. No, dai perchè impopolare ?
    In parte concordo anche con te, sopratutto per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi anziani.

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  2. Beh, è un romanzo che ha riscosso un certo successo tra gli appassionati... poi sembra che abbia sempre la puzza sotto al naso. :p

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