venerdì 12 giugno 2015

Galleria delle esperienze del bello

scritto da Estrolucente 

Una galleria un po’ diversa dal solito, ma pur sempre una galleria.
E’ difficile dire cosa sia “il bello”.
Ognuno dice la sua.
Così penso possa essere utile e divertente leggere dei passi di artisti che raccontano come si è rivelato a loro "il bello".
Buona lettura.

1
Mentre era seduto un giorno nella sua stanza i suoi occhi caddero su un piatto di peltro lucidato, il quale rifletteva la luce del sole con un tale meraviglioso splendore che egli cadde in un’estasi interiore, e gli sembrò di poter scorgere i principi e il fondamento più profondo di tutte le cose. Dapprima credette trattarsi di un’illusione, e per bandirla dalla sua mente uscì nel verde. Ma qui si accorse che poteva vedere il cuore delle cose, i fili d’erba e il prato, e che la natura si armonizzava con ciò che egli aveva visto dentro di sé. Non disse nulla a nessuno, ma lodò e ringraziò Dio in silenzio.
Martensen - H.L. Jacob Boheme: his life and Teaching


2
Una notte (1713) sognai che avevo fatto un patto e che il diavolo era al mio servizio. Tutto mi riusciva secondo i miei desideri e le mie volontà erano sempre esaudite dal mio nuovo domestico. Immaginai di dargli il mio violino per vedere se fosse arrivato a suonarmi qualche bella aria, ma quale fu il mio stupore quando ascoltai una sonata così singolare e bella, eseguita con tanta superiorità e intelligenza che non potevo concepire nulla che le stesse al paragone. Provai tanta sorpresa, rapimento e piacere, che mi si mozzò il respiro. Fui svegliato da questa violenta sensazione e presi all'istante il mio violino, nella speranza di ritrovare una parte della musica che avevo appena ascoltato, ma invano. Il brano che composi è, in verità il migliore che abbia mai scritto, ma è talmente al di sotto di quello che m'aveva così emozionato che avrei spaccato in due il mio violino e abbandonato per sempre la musica se mi fosse stato possibile privarmi delle gioie che mi procurava.
Giuseppe Tartini - Lettera

3
La spessa neve che ora viene da nord e si ferma sul mio soprabito consiste in quei bei cristalli a forma di stella, non di raggi cotonosi e corposi, come il 13 dicembre, ma cristalli stretti e in parte trasparenti. Il diametro è circa il decimo di un pollice, piccoli cerchi perfetti con raggi come una ruota, o meglio con sei piccole foglie perfette, a forma di felce, con una spina distinta diritta, che irradiano da un centro. Una divinità deve averli scossi prima che i cristalli si proiettassero così, ruote dei carri della tempesta. La stessa legge che dà forma a ogni stella dà forma anche alla stelle della neve. Con la stessa sicurezza con cui i petali di un fiore sono fissi, ognuno di questi innumerevoli stelle di neve viene roteando sulla terra, pronunciando così, con enfasi, il numero sei. Ordine, cosmos.
Henry David Thoreau - Diario

4
Che incantevole pomeriggio ho trascorso ieri a San Marco, cercando di cogliere il colore particolare della chiesa! Era un tale piacere fissare lo sguardo su quei dettagli meravigliosi e singolari con la quieta attenzione del disegnatore, riposandomi di quando in quando per dare un’occhiata alla vasta piazza ed al vivido cielo serale, al rilievo rosseggiante di San Giorgio e al mare turchino, mentre persone dallo sguardo luminoso mi passavano accanto. Mai in tutta la mia vita ho realizzato dei disegni così splendidi. Me ne stavo seduto, spostandomi solo di tanto in tanto, ma sempre oziosamente, usando di rado la matita per abbozzare a tratti un particolare, avvertendo di aver a che fare non con un soggetto brutto, anche se pittoresco, ma di avere di fronte invece un soggetto delizioso ad osservarsi e ritrarre. Quando poi ho lasciato la piazza, prima del tramonto, o piuttosto al far della sera, c’era una luce quale neppure Turner nei suoi momenti più esaltati sarebbe stato in grado di rappresentare.
John Ruskin - Viaggi in Italia 1840-1845

5
Aveva un buon odore, era vestita al meglio. Ero conscio che nel momento in cui io stesso, come pittore, stavo esaminandola, era come se stessi tacitamente domandandole di abbandonarsi, di lasciarsi andare per sempre, senza la possibilità di mai più riprendersi; la mia disamina era un’accurata indagine di che cosa c’era dentro di lei. Non era tanto carina, a dire il vero, secondo i criteri europei, eppure bella. C’era un’armonia degna di Raffaello nell’incontro di curve in ognuno dei suoi tratti, la bocca, come scolpita da uno scultore, che parlava di tutti linguaggi del parlare e del baciare, della gioia e del dolore; la malinconia dell’amarezza mescolata con il piacere, la passività che si fonda sul dominio. Una totale paura dell’ignoto. Mi misi subito al lavoro, sicuro che la sua determinazione non sarebbe durata. Ritratto di una donna: Vahine no te tiare. Lavorai veloce, con passione. Era un ritratto che assomigliava a ciò che i miei occhi velati avevano percepito attraverso il cuore. Soprattutto c’era una buona rassomiglianza interiore. La fiamma stabile di una forza controllata. Aveva un fiore all’orecchio che ascoltava il suo profumo. La maestà e le linee sollevate della sua fronte mi ricordarono queste parole di Poe: Non c’è bellezza squisita senza un po’ di stranezza nelle proporzioni.
Paul Gaugain - Noa Noa

6
Rosa, lillà, giallo, bianco, blu, verde pistacchio, case rosso fiamma, chiese, ognuna una canzone diversa - il verde sgargiante dell’erba, il tremolo più scuro degli alberi, la neve che canta con le sue mille voci, o l’allegretto dei rami nudi, l’anello rigido, rosso e silenzioso, delle mura del Cremlino, e sopra, torreggiante su tutto, come un grido di trionfo, come un alleluia dimentico di sé, la lunga, bianca, elegante, severa linea della Torre delle campane di Ivan il Grande. E sopra il suo collo alto e teso, allungata verso il cielo in eterno anelito, la testa d’oro della sua cupola, che fra le stelle dorate o colorate delle altre cupole, è il sole di Mosca. Dipingere quest’ora, pensai, deve essere per un artista la gioia più impossibile e più grande. Queste impressioni si ripetevano ad ogni giorno di sole. Erano un godimento che mi scuoteva fino nelle profondità della mia anima, che mi portava all’estasi.
Vassily Kandinsky - Reminiscenze 1912-1913

7
La mia passione più radicata sono i miei tessuti. Vedi questi armadi? Ne sono pieni. Viaggiando per il mondo ho comprato coperte, scialli, sciarpe, e vestiti per le mie modelle da indossare, e poi anche tovaglie, paraventi pieghevoli, rotoli di carta colorata, e tappeti, che buttavo per terra o attaccavo sui muri per moltiplicare i colori attorno a me. Non ho comprato questi bei tessuti per la loro utilità, ma invece per i disegni che rendono i miei dipinti più allegri e vivaci. Un tappeto comune è per camminarci sopra, ma un tappeto persiano, riccamente intessuto, è un invito a sognare, a vagare nei disegni dei suoi arabeschi. Un tappeto bello come quello che vedi qui a sinistra è un giardino magico, un paradiso in cui il tuo sguardo di sicuro si perde, se cerchi di seguire i suoi ricchi motivi di archi, fiori, e intrecci. Forse è perchè questi tappeti trasportano l’immaginazione di chi li guarda che sono chiamati ‘tappeti volanti’ nelle storie orientali.
Rodari - A weekend with Matisse

8
Il ricordo mi riscalda tuttora; come se tutto fosse maturo; ronzante ; soleggiato; odoroso di tanti odori tutti assieme; e tutto quanto forma un insieme che perfino ora mi possiede – come mi possedette andando giù alla spiaggia; mi fermai in cima a guardare i giardini. Erano più bassi rispetto alla strada. Le mele erano allo stesso livello della mia testa. I giardini emanavano un mormorio di api; le mele erano rosse e d’oro; c’erano anche fiori rosa; e foglie grigie e argento. Il ronzio, la cantilena, l’odore, tutto sembrava premere voluttuosamente come su una membrana; senza romperla e farla scoppiare; ma per diffondere un rapimento di piacere così completo che mi fermai, annusai; guardai.
Virginia Woolf - A Sketch of the Past

9
Stetti seduta a di fronte a questo quadro per ore. Me ne ero innamorata. Un vecchio guardiano gentile mi portò uno sgabello, e guardò la mia adorazione con un interesse gentile. Stetti lì seduta fino a quando non vidi i fiori che crescevano, i piedi nudi che danzavano, i corpi che volteggiavano; fino a che il messaggero della gioia venne a me e io pensai: ’Danzerò questa immagine e porterò agli altri questo messaggio d’amore, primavera, procreazione della vita, la quale era stata data a me con tanta angoscia. Attraverso la mia danza darò loro questa estasi.
Isadora Duncan - My Life (il quadro è La primavera, di Sandro Botticelli)

10
…le cose più belle che ho collezionato sono state le mie conchiglie. Mi dettero il piacere della loro straordinaria struttura: una porcellana misteriosa con la purezza della luna combinata a forme numerose tattili, gotiche, funzionali. Migliaia di piccole porte sottomarine si aprirono perchè io mi ci potessi tuffare dentro, dal giorno in cui Don Carlos de la Torre, il noto malacologo, mi diede gli esemplari migliori dalla sua collezione. Da allora ho attraversato i sette mari, dovunque mi abbiano portato i miei viaggi, inseguendo e dando la caccia alle conchiglie. Ma confesso che fu il mare di Parigi che, onda dopo onda, portò alla riva per me la maggior parte delle conchiglie. Parigi aveva portato tutta la madreperla dell’Oceania ai suoi negozi naturalistici, ai suoi mercati delle pulci. Trovare le forme squisite della Oliva textilina sotto i sargassi della città, fra paralumi rotti e vecchie scarpe, era più facile che tuffare le mie mani fra le rocce di Vera Cruz o di Baja California o afferrare la lancia di quarzo che si finisce a punta, come un poema del mare, nella Rostellaria Fusus.
Nessuno può togliermi il brivido che sentii quando tirai fuori dal mare lo Spondylus roseo , una grande ostrica costellata di coralli. O quando, in seguito, aprii il bianco Spondylus con le sue punte come stalagmiti in una grotta barocca. Alcuni di questi trofei possono avere un passato storico. Ricordo che nel museo di Pechino la scatola più sacra di molluschi dal mare della Cina fu aperta davanti ai miei occhi per darmi il secondo esemplare di solo due in esistenza della Thatceria mirabilis.E così fui capace di possedere quello straordinario capolavoro artistico con cui l’oceano regalò alla Cina lo stile per templi e pagode, che ancor oggi sopravvive a quelle latitudini.
Pablo Neruda - Confesso che ho vissuto

11
Ricordo una cosa che mi capitò parecchi anni fa. Avevamo pochissimi soldi, e c’era davanti a me un grosso pacco di buste in cui dovevo mettere fogli e scrivere indirizzi. Già allora mi guadagnavo la vita con la penna. Il sole era coperto; stavo aspettando che venisse un’apertura fra le nuvole. Poi, d’improvviso, arrivò: il tavolo, il tappeto, il vecchio divano, la stanza intera fu d’improvviso inondata di luce. Il vecchio tappeto appariva bello nella subitanea luce d’oro. I mobili erano nuovi. Il sole splendeva sul castello, sugli alberi, il fiume e il ponte sull’arazzo che pendeva al muro. Il mondo era trasformato. Io ero immerso nella luce, tutto il mio sé era trasfigurato dal di dentro. Ero al tempo stesso radicato in me stesso e distaccato da me stesso, come se fossi attore e spettatore assieme. Potevo osservare me stesso esistere, nella luce di giugno. ’Siamo molto poveri, cara,’ le dissi,’ma nulla è importante ora eccetto questa luce radiosa dell’Essere che è il nostro pane e vino.
Eugene Ionesco -  Frammenti di un diario


12
Abbiamo passato il sei di marzo con Cléo de Merode, che è probabilmente la donna più bella che c’è. Tutti sanno della sua testa . Ma è il suo collo che è da vedere. Magro, piuttosto lungo, liscio come il bronzo, non troppo mobile, ma con tendini delicati, i due tendini vicini allo sterno. Il suo corpo è coperto da un vestito attillato, così da armonizzare bene con le parti nude. Il fatto che le sue anche sono nascoste è un peccato, perchè la sua arte virtuosistica del movimento deve rivelare gli effetti di una logica peculiare, per esempio quando sposta il suo peso da una gamba all’altra. In compenso le sue gambe sono quasi nude, come il piede, che è fasciato in modo molto sagace. Il braccio è classico, solo più raffinato e più vivo in maniera variata; e poi c’è il gioco delle articolazioni. Le proporzioni e il meccanismo della mano riflettono, nel loro piccolo, la bellezza e la saggezza dell’organismo come un tutto.
…La sostanza del suo ballo sta nelle evoluzioni ondulate del corpo. Niente anima, niente temperamento, solo assoluta bellezza.
Paul Klee - Diari


1 commento:

  1. Oh... mi sono appena accorto di aver affinità con Virginia Woolf. o_O'

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