lunedì 31 agosto 2015

Mercenario di Mack Reynolds

www.fantascienza.com
Articolo di: AleK

Mercenario di Mack Reynolds è per me un piccolo gioiello letterario che andrebbe assolutamente letto da chiunque e sicuramente una delle migliori pubblicazioni del 2015.
Si tratta (se non erro) di una delle prime opere dell'autore, perlomeno dei primi romanzi, ed è stata scritta nel 1962.
È importante tenere bene a mente la data visti i contenuti e le critiche sociali presenti nell'opera, giacché sembra di ritrovarsi tra le mani un libro scritto in questi anni e che descrive la società di oggi.

È l'esempio giusto per comprendere quel che reputo grande fantascienza, non un libro perfetto dal punto di vista letterario ma un libro la cui grandiosità e importanza non risiedono nello stile letterario o nella trama, bensì nel contenuto.

E sono proprio i contenuti, così drammaticamente attuali, la ragione per cui andrebbe letto da chiunque, perché quella che viene messa in scena è davvero la nostra società...


Una società incapace di qualsiasi analisi critica dei fatti che la circondano che possa andare oltre alla banalità. Una società fatta di persone che sanno leggere ma che non sono in grado di comprendere un testo scritto. Persone che quando vedono dei numeri non sono in grado di comprenderli o analizzarli, che vengono colpite a morte dalla visione di un grafico cartesiano, che sono incapaci di capire il senso di un articolo o di cercarne le fonti. Che di fronte agli eventi non riescono mai a scendere sotto la superficie. Ma che però vogliono sempre gridare e sbraitare la loro indignazione e che decidono (senza neppure rendersene conto) tutto quanto accade nel mondo. Perché la politica, l'economia, l'intrattenimento, qualsiasi cosa, al giorno d'oggi, non fa nient'altro che accontentarli. 

Il romanzo è ambientato in un mondo distopico nel quale tutti pensano di vivere nel migliore dei mondi possibile, ma dove praticamente le differenze di classe tra i ricchi e i poveri sono sempre più accentuate fino a rendere matematicamente impossibile per i poveri arrivare al livello dei ricchi. Se vi sembra di riconoscere il mondo in questione è perché siete maliziosi...
In questo mondo le guerre tra nazioni sono assenti, però sono legali e regolamentate le guerre tra aziende per accaparrarsi quote di mercato, le quali pagano gruppi di mercenari e li mandano a combattere in riserve di guerre sotto l'occhio attento delle televisioni, che trasmetteranno in diretta gli eventi. Gli spettatori, narcotizzati dalla TV, determineranno il successo e la carriera di questi mercenari grazie al loro tifo e all'Audience.
Praticamente, nel 1962, ha descritto i reality show, la demenza della gente e il nostro angosciante presente, in cui personaggi usciti con successo da un reality possono addirittura approdare alla carriera politica grazie alla loro fama.

Interessante però la vita del protagonista, abile soldato e capitano, stimato dai colleghi, ma poco dal pubblico... ma come? Il pubblico premia i migliori no? Com'è possibile che un abile mercenario non abbia il successo meritato?
"Il livello intellettuale medio del tipico tifoso degli scontri non era in grado di apprezzare qualcosa di diverso da una vittoria. I buoni vincevano e i cattivi perdevano, era ovvio no? Neppure un telespettatore su dieci era in grado di apprezzare una ritirata ben condotta o un'azione temporeggiatrice ben organizzata. Gli spettatori volevano sangue a fiumi e amavano identificarsi nel vincitore."
Ed ecco il motivo, nel libro come nella realtà, la gente riesce solo a capire (e non sempre, a volte è necessario dirglielo o farglielo credere) chi vince e chi perde e null'altro. Non è in grado di approfondire un fatto, analizzarlo e comprenderlo. Questa cosa spiega un po' tutto, dal bassissimo livello culturale dei nostri politici attuali al successo di certe opere dementi.
Quest'incapacità di analisi, ovviamente, impedisce alla gente di comprendere il sistema distopico in cui si trovano, convinti di vivere in una democrazia in cui possono davvero fare la differenza col loro voto:
"In quanto al sistema bipartitico, a che cosa serve, se non ci sono più differenze tra i due partiti? Questa fare di pseudodemocrazia è cominciata nel 1930, quando è stata soffocata sul nascere la formazione di nuovi partiti. Quando i due partiti avevano legalmente eliminato l'eventualità della nascita di un terzo partito, capace di attirare a sé l'elettorato, erano diventati così simili che le elezioni non erano certo meno farsesche di quelle che avvenivano nel mondo sovietico" (sic)
Elezioni farsa, partiti contrapposti che si assomigliano, la cui vittoria dell'uno o dell'altro è assolutamente ininfluente sul futuro del paese, circhi mediatici per narcotizzare la gente, la gente stessa che li apprezza... meno male che è solo un'opera di fantascienza e non la realtà!

Quanta amarezza.

Sarebbe bello affermare che la lettura di questo libro possa far aprire gli occhi e portare le persone a una sana autocritica, purtroppo, visti i temi, gli unici a comprenderlo saranno solo coloro che ne sono già coscienti del problema, ai quali rimarrà l'amarezza nel constatare che certe cose venivano denunciate già nel '62, ma che si sono realizzate comunque.

Per quanto riguarda la storia, che fa da sfondo a tutte considerazioni di Reynolds, direi che è abbastanza gradevole, forse è un po' scontata e rapida la risoluzione degli eventi, ma davvero non è quello il fulcro del romanzo anzi, durante la lettura mi importava molto poco della risoluzione finale e di conoscere il segreto del protagonista, perché il piacere durante la lettura veniva da altro.
Libro consigliato senza riserve.

3 commenti:

  1. Purtroppo l'analfabetismo funzionale ha davvero la coda lunga...

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  2. Sembra davvero la società di oggi.
    La cosa tremenda è che la realtà ha superato la fantasia.
    In peggio.

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    1. Ah sì, il fatto che i due partiti agli antipodi si mettessero d'accordo pubblicamente per governare, non aveva osato proporlo nemmeno Reynolds... ^^

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