giovedì 5 giugno 2014

Ossa della terra di Michael Swanwick

Articolo di: AleK 
http://blog.librimondadori.it/blogs/urania/

Se c'è una cosa che non sopporto nelle recensioni è questa ridicola regola non scritta secondo la quale le opinioni di chi scrive dovrebbero andare alla fine, nelle conclusioni.
Per me è vero il contrario, senza mezzi termini bisogna dare un'opinione chiara, solo dopo spiegare il perché di questa opinione.

E quindi non ci girerò attorno, Ossa della terra mi è piaciuto.

Ovviamente io non sono un recensore professionista, non ho studiato le tecniche narrative e neppure ho studiato la storia della letteratura (beh, quella un po' sì, ma son passati lustri...), il massimo che posso fare per guidarvi è spiegarvi quali sono le cose che a me interessano in un'opera, che sia un film o, come in questo caso, un libro.

Ebbene, a me le cose che principalmente interessa sono...


... i contenuti.

Del Sense of Wonder della storia non me ne può fregar di meno, se posso, all'escapismo gli do con una spranga; per quanto riguarda la tecnica narrativa, beh, cerco di metterla in secondo piano. Un libro potrà anche essere scritto da un maestro della tecnica, ma se non dice nulla, resta solo un vuoto esercizio di stile. In un certo senso gli preferisco un mattone, ma che almeno cerchi di comunicare qualcosa di interessante.

Non è però questo il caso, Ossa della terra, edito in Italia da Urania, è un libro molto interessante e, a mio modestissimo e incolto giudizio, pure scritto bene. La lettura non si fa mai troppo pesante e l'attenzione del lettore viene costantemente mantenuta alta dagli eventi. A volte troppo, certe trovate narrative sanno molto di telefonato e sono, alla fine dei conti, totalmente inutili per la storia nel suo complesso.

Che cos'ha di interessante?
E' un libro di fantasia, ma con le radici ben radicate nella realtà. Si parla di viaggi nel tempo, ma lo si fa in maniera sufficientemente credibile, evitando i soliti stereotipi, ad esempio affrontando la questione dei paradossi più filosoficamente che fisicamente (secondo la logica Achille non potrebbe raggiungere la tartaruga, però di fatto lo fa). Si parla di paleontologia e lo si fa dal punto di vista scientifico, notevole l'opera di documentazione da parte dello scrittore e notevoli le teorie fantasiose proposte per risolvere alcuni enigmi, molto interessanti.

Ma al di là di questo, la cosa importante è che viene messo in scena il metodo scientifico in una maniera comprensibile a tutti e senza "spiegoni", ma semplicemente usando le idee e i pensieri dei protagonisti, inserendoli in maniera armoniosa con la storia narrata.
E alla fine, sarà proprio utilizzando la scienza e le ipotesi/scoperte reali che Swanwick risulterà credibile e offrirà innumerevoli spunti di riflessione, che vi faranno vedere il mondo e la natura da un punto di vista molto più magico del comune: il punto di vista razionale.
Perché la conoscenza è sempre superiore all'ignoranza.

Per finire una considerazione non secondaria: è bello leggere un libro in cui i cattivi non sono i soliti politici/militari/scienziati pazzi, ma sono i cattivi reali, quelli che stanno distruggendo realmente questo mondo, ovvero i fanatici religiosi.
So che è troppo facile rendere cattivo un fanatico, ma la bellezza del libro sta anche nel non averli resi come delle caricature, inserendo anche il loro punto di vista.

Per riallacciarsi all'inizio, bel libro, dedicato a tutti coloro che si credono il centro dell'universo o in qualche maniera più importanti  rispetto a quello che li circonda...


... perché è sempre bene tener presente quali siano le reali proporzioni e quanto insignificanti possiamo essere, anche in confronto con l'erba!

PS: evitate la quarta di copertina del libro, non rende minimamente giustizia all'opera.

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