mercoledì 14 ottobre 2015

Cronache di Mondo9 di Dario Tonani. Ovvero la fine della sospensione dell'incredulità.

Articolo di Fedmahn Kassad

Attenzione l'articolo contiene spoiler sulla trama.

Per spiegare meglio perché ho intitolato così il mio articolo, ritengo sia necessario fare una breve premessa.
La sospensione dell'incredulità, come è noto ai lettori di narrativa di genere fantastico, è il tacito compromesso tra lettore ed autore per effetto del quale in nome del sense of wonder (senso del meraviglioso) e nel nome di una tranquilla fruizione dell'opera letteraria, il pubblico accetta a priori una serie di elementi (magia, tecnologie futuristiche, ecc.) inesistenti nella realtà, ovvero nella quotidianità in cui viviamo, purché vi sia una logica o coerenza interna che unisca tutti questi elementi "fantastici" rendendoli in qualche modo plausibili.
Ma cosa succede quando l'autore viene meno al compromesso con il lettore? La risposta è ovvia, il libro non piace.
Ebbene, premesso ciò, tengo a ricordare che uno dei principali eventi che, in questo 2015, ha caratterizzato l'asfittico mondo dell'editoria fantascientifica italiana è stata la recente pubblicazione del primo Urania Millemondi (una delle più gloriose collane "figlie" di Urania, che ospita solitamente antologie di narrativa breve come ad esempio i vari Year's Best Sf di Hartwell e Kramer) dedicato interamente ad un autore italiano, ossia Cronache di Mondo9 di Dario Tonani, autore più volte Premio Italia e le cui opere sono state tradotte e pubblicate negli Stati Uniti ed in Giappone, evento piuttosto raro per uno scrittore italiano di fantascienza.
Il volume riunisce per la prima volta tutti i racconti di Tonani ambientati nel cosiddetto Mondo 9; ossia i racconti già riuniti in volume per la prima volta da Delos Books nel 2012 (Cardanica, Robredo, Chatarra e Afritania) ed intitolato per l'appunto Mondo 9 ed altri 5 racconti (Mechardionica, Abradabad, Coriolano, Bastian e Miserable), prima di allora pubblicati solo come e-book; tra una storia e l'altra Tonani ha aggiunto ex novo una serie di interludi che fanno da collante tra i vari racconti.
Mondo9 ricorda decisamente Dune, ovvero un deserto di sabbia senza soluzione di continuità, (anche se qualche racconto è ambientato su oceani o all'interno di  foreste pluviali) quindi un mondo arido ed inospitale, a differenza di Dune non vi sono i titanici Shai Hulud i vermi delle sabbie, su Mondo9 vi sono le navi.
Navi con nomi assolutamente evocativi come Robredo, o Afritania, navi immense e senzienti che percorrono il deserto su ruote e che utilizzano in modi del tutto peculiari le loro malcapitate ciurme; ebbene sulla base di questi elementi, per me decisamente stuzzicanti, non potevo esimermi dall'accaparrarmi in edicola, il giorno stesso dell'uscita, l'agognato Millemondi, che ho compulsato  in pochi giorni con passione via via decrescente, ahimè.
Con dispiacere, devo infatti affermare, che Cronache di Mondo9 mi ha lasciato decisamente perplesso, perché, pur non essendo scritto male, è talmente ripieno di inspiegate bizzarrie disseminate fin troppo generosamente, che, oltre a dissolvere la  sospensione dell'incredulità, mi hanno portato a paragonare il mondo immaginato da Tonani non già a Dune, ma piuttosto alla Foresta di Darkwood, teatro delle gesta di Zagor (famoso personaggio dei fumetti della Bonelli); tipico esempio di luogo della fantasia ove tutto è possibile senza che vi sia necessità di uno straccio di spiegazione logica e razionale (ma anche irrazionale) come invece credo sia doveroso e necessario in un'opera che viene presentata come Fantascienza.
A questo proposito, da buon italiano (quindi affetto dal bisogno, quasi fisico, sebbene quasi mai  indispensabile, di dover categorizzare tutto), è doveroso precisare quello che Mondo9 non è per me:
1) fantascienza che sia del filone planetary romance o tanto meno del filone steampunk, come ho avuto occasione di leggere qua e là, di fantascientifico ho notato solo elementi esteriori (tipo l'ambientazione su un pianeta misterioso, ecc.), ma delle meccaniche di Mondo 9 e delle sue navi nulla viene spiegato al lettore su un piano strettamente (fanta)scientifico;
2) fantasy, in quanto manca del tutto la componente magica o epica;
3) horror, vi sono numerose scene splatter, ma è totalmente assente l'elemento soprannaturale.
L'unico genere ove mi sentirei di classificarlo è il new weird, in quanto in Mondo 9 contiene riferimenti ai vari filoni principali della narrativa fantastica sopra citati, nessuno dei quali  è predominante.
Il libro si può dividere in due parti, la prima (Mondo 9 con i racconti Cardanica, Robredo, Chatarra e Afritania) descrive le vicissitudini della Robredo, nave che per via di una grave avaria viene abbandonata nel deserto dal suo equipaggio. In questi racconti vengono presentate al lettore alcune delle peculiari caratteristiche di Mondo 9 e dei suoi abitanti più rappresentativi, le navi ovviamente, enormi colossi metallici senzienti che sfruttano il pianeta e le sue creature per la loro sopravvivenza; l'umanità stessa quando va tutto bene assolve una funzione poco più che servile, mentre nei momenti di emergenza serve a ben altro, in quanto, per parafrasare un famoso modo di dire, su Mondo 9 dell'uomo non si butta via niente.
Essendo senziente la Robredo farà di tutto per tornare in piena attività, utilizzando gli uccelli del pianeta con i quali le navi hanno un rapporto di simbiosi che permette di far sì che tramite le uova essi generino non pulcini, ma bensì pezzi di ricambio, inoltre, la Robredo per mantenere efficienti i suoi ingranaggi e meccanismi utilizzerà il materiale lubrificante più facilmente reperibile nell'arido Mondo 9 ovvero i corpi umani, sia attirando in trappola gruppi di cercatori di tesori o cacciatori di navi, che attaccando altre navi per sfruttarne l'equipaggio.
Malgrado alcune incongruenze ed illogicità che ho faticato ad accettare (la simbiosi con gli uccelli, il morbo che in primo momento sarebbe trasmesso dalla sabbia, ma poi in realtà si scopre che viene contratto anche attraverso il metallo delle navi, la propulsione delle navi che in un primo momento sembrerebbe a vapore ma poi si scopre che in realtà avviene tramite le anime dei marinai), questa prima parte è quella che mi è piaciuta di più per effetto di una serie di immagini davvero suggestive (su tutte la Robredo stessa, e l'isola di Chatarra) che mi hanno comunque appassionato.
La seconda parte (Mechardionica che comprende i racconti Mechardionica, Abradabad, Coriolano, Bastian e Miserable) inizia con la fine delle peripezie della Robredo e descrive le vicissitudini di una ragazza umana con l'ambizione di diventare il capitano di una delle navi e di Asur un Mechardionico che segue le tracce della nave Miserable per vendicarsi di un grave torto subito.
I mechardionici sono le creature più peculiari di Mondo 9, essi non sono altro che esseri umani colpiti da un devastante morbo che dilaga sul pianeta e che trasforma la carne in ottone, tale morbo per la quasi totalità dei casi è letale, tranne che per poche eccezioni, in cui i malati non muoiono ma si trasformano in statue d'ottone cavo che possono "vivere" se al loro interno riescono ad inserire uno o anche più cuori umani.
Ecco, con Mechardionica la mia sospensione dell'incredulità è svanita senza lasciare traccia, perché, contrariamente a quanto avrei auspicato, Tonani, invece di dare risposta ai misteri sparsi a piene mani nei primi racconti, cosparge profusamente Mechardionica di altri bizzarri enigmi che, malauguratamente, non sono proprio riuscito a digerire.
Non sono certo un fanatico della fantascienza hard alla Egan, però racconti che vedono come protagonisti esseri umani trasformati da morbi imprecisati in statue cave di ottone (ma perché poi l'ottone e non un metallo puro come il ferro, l'argento o perché no il manganese; forse perché resiste alla corrosione?), viventi grazie a cuori umani, che i malcapitati Mechardionici smarriscono continuamente per tutto il pianeta, in quanto gli alloggiamenti ove vengono posti sono chiusi da sportellini perennemente semiaperti, oppure navi colossali come la Miserable che riescono a volare solo perché imbarcano un numero di anime (conosciuti come "altri") maggiore rispetto alle navi terrestri, non sono proprio riuscito a trovarli plausibili.
Probabilmente l'opera paga il fatto di essere stata realizzata in forma di racconti che iniziano tutti in medias res, quindi lo spazio per le informazioni deve giocoforza essere ridotto in favore dei momenti di azione. Sicuramente gli interludi scritti apposta per l'edizione Millemondi avrebbero potuto essere utilizzati per dare al lettore elementi che facessero luce sui misteri disseminati a profusione nel libro, ma chiaramente all'autore interessava più creare un'atmosfera misteriosa, piuttosto che dare spiegazioni ritenute evidentemente poco funzionali.
Comunque, dato che Cronache di Mondo9 manca di un vero e proprio finale (infatti già si parla di un seguito), mi piacerebbe che Tonani completasse la costruzione (il world building) del suo Mondo 9 e facesse finalmente luce sui misteri che lo avvolgono, onde svelare ai lettori avidi di conoscenza la storia del pianeta, le leggi che lo governano e soprattutto la storia delle navi che lo percorrono, tetre, avide ed inarrestabili.
Non è di certo un'operazione indispensabile in assoluto, in quanto i racconti già pubblicati, non essendo scritti male, si reggono in piedi con il loro stile affatto originale, tant'è che hanno riscosso un buon favore presso il pubblico, quindi nulla vieterebbe all'autore di continuare tranquillamente lungo il sentiero già tracciato.
Io, però, penso che mi fermerò qui, molto probabilmente non visiterò più Mondo 9, non ho più voglia di leggere di navi, ruggine ed ottone.


6 commenti:

  1. Non l'ho ancora letto, da come lo descrivi sembrerebbe quasi "bizarro fiction", simile ai racconti di Mellick, dunque potrebbe pure piacermi. ^^
    Anche perché a me, normalmente, della soluzione dei misteri non interessa nulla. :)

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  2. Non conosco le opere di Mellick, posso solo dirti di leggerlo così da poterci confrontare in futuro. :)

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  3. Sto scrivendo anche io una mia recensione del libro, diciamo che la mia impressione è un po più positiva della tua, concordo comunque su alcune tue impressioni in primis quelle di una sorta di indeterminatezza generale rispetto ad alcuni elementi.
    Penso che questo dipenda dal particolare che Mondo9 almeno inizialmente non era stata ipotizzata per diventare un ciclo vero e proprio.
    Ma questa è solo una mia impressione. ;)
    Adesso corro a scrivere la mia recensione.

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    1. A mio giudizio Mondo9 si potrebbe paragonare ad un dipinto poco più che abbozzato sulla tela, quali caratteristiche avrà l'opera finita è solo nella mente dell'autore.

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  4. Grazie della recensione; non la appenderò tra le cose più care, ma apprezzo l'attenzione che mi è stata riservata. :-)
    Ciao
    Dario Tonani

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    1. Grazie a lei Sig. Tonani per aver dedicato del tempo al mio commento, non è particolarmente entusiasta, ma è onesto e lungamente meditato. :-)

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