mercoledì 27 settembre 2017

Modellismo statico e dinamico, la fine dei negozi fisici nell'era Amazon

Scritto da:  Ataru Moroboshi



C’era un tempo in cui i negozi di modellismo vivevano un’epoca d’oro, erano gli anni ’80-‘90 e in tale periodo l’hobby di padri e figli, permetteva a queste attività di fiorire. 
Banale affermare che questo tempo sia passato per gran parte di esse e che solo chi abbia saputo entrare potentemente nelle vendite online, sia riuscito a sopravvivere. 

Questo post è la breve storia dell’ultimo negozio di modellismo di una città italiana e della passione che il proprietario ha saputo comunicare a centinaia di ragazzi, per più di 30 anni.
Esempio di pazienza! Presa da qui.


La mia è una medio-piccola città, come tante in Italia, di quelle che contano fra i 50000 e i 100000 abitanti e, seppur limitata in termini di potenziali acquirenti, riusciva a dar vita a ben 4 negozi di modellismo, nemmeno troppo distanti fra loro!
Erano tempi in cui non era necessario specializzarsi troppo e tutti vendevano di tutto, dalle auto radiocomandate, ai soldatini, dai colori acrilici, ai modellini di autovetture, navi ed aerei. E’ proprio da questi ultimi che è nata la mia passione, che 30 anni dopo, cerca ancora (a fatica) di ritagliarsi spazio e tempo per vivere.


Come spesso accade sono le persone care che influenzano, o permettono di scoprire le proprie attitudini e nel mio caso fu uno zio: abitava nel mio stesso edificio e aveva la passione per gli aerei militari. Erano gli anni di film come Top Gun e di riviste come Take Off, anni in cui era facile vedere strumenti militari per il combattimento aereo, esclusivamente come incredibili prodigi della tecnica e soprattutto, cosa importate per un ragazzino, belli da impazzire. Errori di gioventù!


Riprodurli era un passatempo, ma aveva anche un valore formativo: i modellini di aereo non prevedevano veloci incastri, tutto andava rigorosamente incollato. E’ indubbio che si siano fatti passi da gigante, ma 30 anni fa questa operazione richiedeva tempo; la fretta era sempre punita da un incollaggio posticcio e fragile, che andava ben presto rifatto. Questo, rivisto con gli occhi dell’adulto, era un momento importante, perché costringeva a metter da parte la tipica irruenza giovanile e ad apprendere “l’arte della pazienza”, se si voleva giungere a un risultato decente. E’ buffo, ma più di insegnanti e genitori, sono stati il modellismo (e la lettura) a insegnarmi la pazienza che è, oggi, un tratto distintivo del mio carattere.


I miei primi modellini erano costituiti da pochi pezzi e non erano dipinti; in essi era facile distinguere le sbavature della colla, le bollicine d’aria rimastevi all’interno e le giunzioni vuote fra i distinti pezzi. Osservando i lavori dello zio, davvero di qualità, sono poi passato a stuccare e limare le zone di giunzione, a stendere uno strato di primer per preparare il modello all’uso di vernici e poi a pitturarlo, massima espressione dell’impegno e capacità del modellista statico.


Dai modelli in scala 1/72 

Immagine presa da Italeri


a quelli più grandi e dettagliati in scala 1/48 (il mio primo, uno splendido Tornado Ids),

Immagine presa da qui.

dagli aerei alle navi, 

dalle navi alle vetture, coi complicatissimi motori, 

per arrivare agli auto- e aviomodelli radiocomandati, 

La mia adorata Tamiya TB-03 ARTA Garaiya. Presa da qui.

non disdegnando nel mezzo modellini di Gundam (link post)

Dalla mia collezione, Gundam Strike, scala 1/60

e Mini 4WD.


Vi erano sempre novità, nuovi campi da esplorare e vi sono ancora oggi. In questo percorso, è indubbio che abbia giocato un ruolo fondamentale il proprietario del 1° e ultimo negozio di modellismo della mia città; persona pacata e dall’aria sorniona, mai invadente, ma sempre capace di consigliare quando ve ne fosse la necessità e di trasmettere entusiasmo. 

Vi sono stati periodi in cui passavo quasi tutti i giorni davanti alla sua vetrina (non che la modificasse così spesso, ma prima di internet non c’era molta scelta); è grazie a lui se sono passato al modellismo dinamico, se ho appreso a far volare i primi modelli a elica ed è invece “colpa” sua se sono caduto nel baratro delle Mini 4WD. Non che cercasse di spillarmi soldi più di quanto non imponesse il suo ruolo, perchè gran parte di quello specifico materiale non lo aveva e io ero già in una età in cui potevo viaggiare e andare alla fonte (Giappone e Malesia erano mercati meravigliosi per questa passione, oltre a mete di viaggio da sogno), ma questa branca del modellismo gli era particolarmente cara. 
Gli ricordava la sua giovinezza, quando caricava il pulmino e andava con famiglie appassionate a gareggiare in giro per l’Italia, o addirittura in Germania. 

Le mini 4WD univano sia le capacità del modellista dinamico, con la preparazione della meccanica per la gara, sia l’amore per l’elettronica per caricare alla perfezione le batterie (vero cuore del sistema), sia quelle del modellista statico, nella preparazione delle carrozzerie. Univano anche le persone, perché per avere tutte le competenze necessarie servivano delle vere e proprie squadre. 

 
Mall a Kuala Lumpur, con un negozio Tamiya (nel 2005) enorme. Immagine presa da qui.

Ricordo la mia prima gara, quando vidi scendere un concorrente da un camioncino, col padre ingegnere che scaricava casse su casse di materiali … paura vera! In questo campo c’era sempre qualcosa da fare, da testare, da preparare, da evolvere, da apprendere.

In tale contesto il negozio non era solo un luogo di vendita, ma era un punto di incontro e discussione con altri appassionati, un riferimento preciso in cui alimentare la propria passione e crescere. Farsi consigliare da una persona competente e appassionata è quanto di più utile, formativo e raro vi sia oggi. Non c’è forum o blog che sia riuscito a sostituire degnamente i momenti passati in quel negozio.


Purtroppo da agosto non ho più visto la sua serranda rialzarsi; inizialmente ho sperato in una vacanza estiva, poi ho temuto una malattia del proprietario, non più giovanissimo, ma ora, dopo quasi 2 mesi, devo constatare che l’attività è cessata. 
Anche l’ultimo negozio di modellismo della mia città, ha chiuso i battenti e così come è stato per i negozietti di giocattoli degli anni '80, queste attività hanno lasciato il campo alla grande distribuzione (chi sta gridando Amazon?).


Non ho modo di contattare il proprietario e sono certo che non leggerà mai questo post, ma volevo che restasse, da qualche parte, una traccia della mia riconoscenza per il suo lavoro e per l'impegno nella nostra piccola comunità.


Un grazie sincero.

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