giovedì 4 febbraio 2016

Città di carta (Paper Towns, 2015) di Jake Schreier


Scritto da: Ataru Moroboshi


Città di carta è il titolo, stranamente tradotto bene, dell'opera di Jake Schreier, tratto dall’omonimo romanzo di di John Green, la cui sceneggiatura è stata affidata a Scott Neustadter e Michael H. Weber. 
Perché ho elencato tutti questi nomi? Per ammettere di non conoscerli assolutamente e di essermi avvicinato a questa pellicola senza aspettative e tantomeno pregiudizi.
Esattamente come Maze runner - La fuga (link post), Città di carta è un classico young-adult movie, che fortunatamente si distingue dal primo per un “impasto” decisamente differente. 
Vi faccio un esempio, ecco la trama di Paper Town, senza spoiler:

Il liceale Quentin Jacobsen (il cantante Nat Wolff) è da sempre innamorato della propria vicina di casa, tale Margo Roth Spiegelman (la modella Cara Delevingne, chiamalo scemo!); crescendo si perdono di vista, ma la notte in cui lei lascerà il proprio boyfriend (causa corna!) avrà l’occasione di riavvicinarla. Purtroppo da quel momento Margo sparirà e inizierà un lungo viaggio per ritrovarla.

Ora provate a confrontare questa trama con quella, infinita, che scrissi per Maze Runner.



Sarà un bel film per occupare 103 minuti della propria vita?


Oltre a possedere una trama semplice (non certo un difetto), tutto il film si dimostra lineare e privo di significati nascosti, o differenti piani di lettura, nonché colpi di scena, o consistenti evoluzioni dei personaggi, cambi di ritmo nel racconto … sembra un modo delicato per definirlo noioso, ma non sarebbe la realtà.  
Non è una pellicola tediosa, ha solo poco da comunicare
Cosa in genere gravissima, al punto che, per me, di peggio vi sono solo quei film che veicolano messaggi falsi e ipocriti; perciò dovrei disprezzarlo, ma non è così e Il motivo è che il film riesce pacatamente a risvegliare ricordi e sensazioni dell'infanzia. Punto che riprenderò più avanti.

Tecnicamente denota sin da subito, sia nel girato in interni sia negli esterni, una gran cura per la luce! Tonalità calde, un fondo giallo-verde tenue quasi sempre presente, ma non invadente. Tanta attenzione nel trattamento della luce, si ritrova anche nella scelta delle lenti, del bokeh e delle inquadrature. Persino le musiche, che in genere non noto, sono ben selezionate ed entrano al momento giusto e col garbo opportuno. Il montaggio è riuscito a creare un ritmo ottimale, mai troppo serrato, ma nemmeno prolisso. Si è capito, dal lato tecnico questo film è apprezzabile, pur senza esserlo in modo eccessivamente manifesto e risultando per questo piacevole da guardare. Persino la città di Orlando, dove i protagonisti trascorrono metà del tempo, appare sempre un idillio


Il film sarebbe dovuto essere girato alla fine della primavera, essendo ambientato al termine della scuola dell’obbligo, ma palesemente gli alberi comunicano agli spettatori che si è in autunno! Incuriosito da ciò, sono andato a controllare trovando che le riprese erano iniziate il 3 novembre 2014 nei dintorni di Charlotte (Carolina del Nord) e si erano concluse il 19 dicembre 2014. Tutto ciò al fine di rientrare nei termini di alcuni incentivi economici per registi, che scadevano a fine anno. Da un punto di vista estetico è una fortuna, gli stati della East cost, dove ho potuto vivere, raggiungono a parer mio il massimo splendore proprio nel mese di novembre, ma la sospensione dell’incredulità dello spettatore non ne beneficia proprio, anzi… 
 
Difficile far credere allo spettatore di essere in giugno!

 


Inoltre un mese e mezzo per le riprese, a conti fatti, appare poco, soprattutto in rapporto ai mesi e mesi occorsi per il casting ... un'assurdità.
Ma perché mi concentro su questo che in fondo è un errore di forma? Sarà chiaro fra un minuto, discutendo il più grave errore di sostanza.
Ciò che stride fortemente nell’opera sono i turbamenti, le esitazioni e le paure di questi ragazzi; non perché siano messi in scena male o perché sian poco credibili in senso assoluto, ma perché fuori tempo massimo! Questi ragazzi hanno 18 anni e si comportano al massimo come dei tredicenni. Tutti con scarsa socialità, tutti rigorosamente vergini (il trio di maschietti protagonisti) e con delle paure che nemmeno una ragazzina di prima media avrebbe: gustatevi, per comprendere, la scena di terrore ambientata nel negozio abbandonato, con una parete con un terribile … buco! 
In parte lo giustifico rendendomi conto che è lo specchio dei tempi, ovvero che la giovinezza si è prolungata di un decennio nelle vite odierne, ma è altrettanto vero che l’infanzia, o meglio l’innocenza, termina parecchio prima. Per certi aspetti mi è sembrato che ci si rifacesse al trio del meraviglioso Stand by me di Rob Reiner (1986): con questo non vorrei offendere quello che reputo essere un capolavoro eterno, trovo solamente che certe dinamiche siano state saccheggiate per ricreare malamente e con poco tempo a disposizione, un trio di ragazzi che doveva far breccia nel cuore degli spettatori. Se non fosse che i ragazzi di Stand by me avevano caratteri complessi, specchio di situazioni familiari disastrose, mentre il trio e anzi, tutti i personaggi di Città di carta, sono tremendamente poco approfonditi.
Eccone una veloce carrellata per comprendere quanto siano stereotipati.
Quentin: il romantico protagonista, che non riesce a rinunciare al proprio amore, neppure imponendosi pragmaticamente una vita ordinaria.
Marcus "Radar": il posato, calmo e razionale, nonché il meno disadattato del trio, l’unico con la ragazza.
Ben Starling: superficiale, sempre allegro e ballista, ovvero il classico ruolo del … coglione! Che però al momento opportuno saprà far la cosa giusta e no, non intendo SPOILER quando salva tutti con una manovra all’ultimo secondo, intendo quando si ubriaca alla propria prima festa … quando ci vuole, ci vuole.
 
Ecco il trio che incontra Lacey, di cui scriverò a breve.
Margot: la ribelle dall’animo travagliato e alla ricerca della propria identità. Così ben delineata da svariati cliché (smettiamola di usare Walt Whitman, non lo sopporto più da L'Attimo fuggente) da possedere lo spessore di un immacolato foglio A4 steso su un tavolo. Anche a lei si riferisce il "paper" del titolo!
 
MAI avute compagne di scuola simili...
Lacey Pemberton: amica del cuore di Margo nonché “strapottona” del film. E’ il personaggio meno credibile di tutti: bellissima, intelligente e dal gran cuore (anzi 2), non rinuncerà inizialmente alla propria amica e si adatterà a uscire con degli sfigati, in una società, quella americana, che impiega mezzo secondo per bollarti come loser. C’è una scena in cui si lamenta che nessuno veda oltre il suo fenomenale aspetto fisico per accorgersi quanto è in gamba e 30 secondi dopo va in giro con addosso degli short più corti della comune biancheria intima. Quanto ridere! Potrebbe però rientrare facilmente in questa classifica delle donne ideali (link post).
 
...e nemmeno compagne così!
Angela: fidanzata di Radar, tenace, energetica e praticamente inutile nel film … ma non per Radar!

Mancano l’eroe dal cuore solo apparentemente duro e il vile traditore, ma per scegliere i ruoli c’erano queste 8 carte e solo un dado a sei facce … Mentre scrivevo questa frase, mi è tornato in mente che il vile traditore c’è (l’ex ragazzo di Margo) e c’è pure l’eroe: è lo spettatore ;-)
Se la caratterizzazione dei personaggi principali è appena abbozzata, i personaggi secondari sono praticamente inesistenti.
I difetti, soprattutto a livello di scrittura del film sono dunque tanti, i pregi come già scritto, sono solo nella "confezione" e in quella capacità di riportare alla memoria periodi d'oro dell'infanzia e dinamiche sulle amicizie che difficilmente si ritrovano nella vita adulta. Peccato che vi siano film che lo fanno meglio e peccato ancor più grave, che il periodo correto da evocare, fosse la fine dell'adolescenza.

Si può investire molto meglio il proprio tempo, ma se si desidera un po' di nostalgia e di intrattenimento semplice, non basato su inseguimenti, esplosioni, supereroi e tizie di 40 Kg che stendono colossi di 2 m, potrebbe pure piacere.

2 commenti:

  1. Bravo, vedo che collezioni film di merda. Così si fa!

    Comunque i tempi cinematografici sono quelli. Anzi, per il tipo di film forse le riprese sono pure state lunghe...

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    1. Le riprese mediamente sono comprese fra 4 e 8 settimane, ma la deviazione standard è piuttosto alta ;) Comunque si avverte in più punti come abbian dovuto "correre" per rientrare nella scadenza per i fondi.

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