lunedì 20 luglio 2015

Sense8 di Lana e Andy Wachowski e J. Michael Straczynski

Articolo di: AleK

Non sono un amante delle serie TV, a parte poche eccezioni, tipo The Wire e pochissime altre, mi fanno decisamente schifo un po' tutte... nel migliore dei casi mi lasciano indifferente.
Non sono neppure un amante del cinema dei fratelli Wachowski. Ai tempi pure io mi esaltai con Matrix, ma nulla più, ogni altro loro lavoro mi ha lasciato sempre più che perplesso, almeno fino a Cloud Atlas, uno dei polpettoni più pretenziosi da me mai visti, dal momento che Jupiter Ascending non l'ho ancora guardato.

Date le premesse, non c'erano molte speranze che questo Sense8 potesse piacermi, tanto che fino all'ultimo ero indeciso se investire o no il tempo necessario per guardarlo, eppure, sorpresa, non solo mi è piaciuto, ma lo reputo pure senza alcun dubbio la loro opera migliore.
Ed ora vi spiego il perché...

Innanzitutto è giusto specificare una cosa chiaramente: il fatto che mi sia piaciuto non significa che lo reputi un capolavoro, anzi, il tocco caratteristico dei suoi autori di abbandonarsi o alla libidine della metafisica newage o alle scene d'azione da cazzoni è sempre presente. Sempre.
Però in questo caso entrambe le cose restano in secondo piano e i temi centrali dell'opera vengono sviscerati abilmente, tanto da sorprendermi: pochi pipponi, gran parte dei contenuti vengono messi in scena e mostrati al pubblico senza spiegazioni, in modo che possano essere percepiti e compresi vivendoli (tanto che le parti più deboli dell'opera saranno proprio gli spiegoni pseudoscientifici e no).

Mentre il mondo perde tempo nel discutere se sia giusto o no permettere a una persona di sposarsi chi gli pare (*) i fratelli protagonisti di questo articolo sono riusciti a tirare fuori una delle opere più mature riguardanti il Sesso mai create.
Forse non è il tema principale, si parla anche d'altro, però è quello che più mi ha colpito, perché finalmente ho potuto assistere a un prodotto in cui il Sesso è effettivamente ciò che è nella realtà: una cosa naturale della quale non vergognarsi, che non porta alla perdizione, allo squallore o all'abuso. E lo fa valicando i limiti dell'amore eterosessuale o omosessuale... No, nessun perbenismo verso omosessuali o transessuali, non è una serie politically correct e omosessualità o transessualità (o quello che volete) non sono neppure una delle tematiche, a differenza del resto del mondo quest'opera non perde tempo a definire la naturale complessità della vita, come comprenderete fin dal primo episodio, parla di persone connesse tra loro e, quando si è connessi, non servono le parole, si può percepire e vedere il mondo con gli occhi dell'altro. E nel percepire il mondo attraverso i sensi di un'altro, si arriva alla comprensione di chi è diverso da noi. Alla vera comprensione e a quel punto ogni trattazione sulla sessualità o la religione o la politica è inutile.
Otto persone diversissime, per formazione, religione, cultura, genere e inclinazioni sessuali, sono unite da un legame che gli permette di comprendere il mondo di uno straniero, ribaltando otto volte il loro punto di vista... una delle forme d'amore più alte alla quale si può ambire. Ed è per questo che il sesso è trattato in maniera matura, perché con tale connessione va aldilà del genere e porta la differenza tra omosessualità ed eterosessualità al livello di una differenza di gusto, come preferire una ragazza formosa a una magra o una con un certo carattere rispetto a un altro.

Ci porta ad una sorta di civilissima pansessualità in cui ognuno sceglie in base ai propri gusti o le proprie affinità e supera i primitivi concetti di omosessualità, eterosessualità, monogamia, ecc... Questo concetto è importantissimo, perché il futuro è anche nel cambiamento sociale, non solo tecnologico. E' importante ribadirlo sempre, perché a quanto pare l'irrazionalità non dilaga solo a livello scientifico, ma anche a quello sociale, producendo gli stessi danni all'umanità. Una manifestazione come quella del Family Day è, per quanto mi riguarda, al livello di una manifestazione contro i vaccini o contro la ricerca spaziale (un concetto già trattato sul blog nell'articolo riguardante Il più grande uomo scimmia del pleistocene oppure in quello su Ali della notte): una stupidaggine irrazionale che porta solo danni.

Come anticipavo però, non è una serie perfetta, la parte scientifica ha un supporto pessimo, finché non si tiravano in ballo teorie evoluzionistiche, tutto filava liscio, poi tutto crolla quando si cerca di dare una spiegazione a fenomeni che non la necessitano. Soprattutto se facendolo si finisce col tirare in ballo una mega cospirazione mondiale segreta (noia a palate). Ma non solo, ci sono dei Cattivi e non sono neppure caratterizzati, le loro motivazioni sono ridicole, banali e sono atte a demonizzare la Scienza (ironico, visto che uno degli autori ha un debito non indifferente verso tale disciplina che gli ha permesso di essere appieno se stessa) e le scene d'azione vanno dal divertente/esaltante all'assurdo, con poca logica (ad un certo punto è considerato irrazionale possedere un giubbotto antiproiettile ma non un bazooka...). Ma nel complesso mi è piaciuta, non si abusa di certi cliché (la coreana lottatrice) e si può percepire la crescita del ritmo episodio dopo episodio mentre i personaggi aumentano le loro connessioni. C'è pure un finale di stagione buono, senza cliffhanger, cosa sempre apprezzata dal sottoscritto.

Per concludere, reputo sia una serie interessante, sicuramente diversa dal solito. Ho come il sospetto che verrà massacrata a colpi di fantabubbole e supercazzole nella seconda stagione, ma spero di sbagliarmi... per ora mi godo il ricordo che mi ha lasciato, raramente un prodotto del genere, dopo esser terminato, mi ha fatto sentire nostalgia dei personaggi. Questa volta è accaduto.


(*)Nota per gli archeologi del futuro nel caso ritrovino questo file da qualche parte: vi giuro che è vero, nel ventunesimo secolo si discuteva ancora se la libertà personale fosse un bene oppure no, non lasciatevi fregare dalle nostre costituzioni o carte dei diritti o robe simili.

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